LENTULI, Cornelii
Ramo importante della gente patrizia dei Cornelii, il cui cognome, secondo gli antichi, derivava dall'essersi quella famiglia distinta nella coltivazione delle lenticchie. Il primo membro che è ricordato di questa gente è L. Cornelio Lentulo, console del 327 a. C., il quale, secondo Livio (IX, 4, 8), sarebbe stato figlio di quel senatore che, unico al tempo dell'incendio gallico, avrebbe dissentito dall'opportunità di riscattare Roma con l'oro; ma scarsa è l'attendibilità di tale paternità, anche per la distanza di tempo che separa il console del 327 dalla catastrofe gallica, e l'identificazione del padre di lui con Ser. Cornelius Maluginensis, proposta dal Mommsen, è assai dubbia. Onde dubbio rimane pure il modo di collegamento del ramo dei Lentuli con la gens Cornelia, e altrettanto arduo è spiegare il rapporto di parentela intercorrente tra il primo dei L., ora menzionato, e i due che, per ordine di tempo, gli tengono dietro: Ser. Cornelio Lentulo console del 303 a. C. e L. C. Lentulo Caudino console del 275. A partire da quest'ultimo la genealogia dei L. è abbastanza sicura sin verso la metà del sec. II a. C., ma al tempo dei Gracchi e soprattutto nell'epoca ciceroniana s'ingarbuglia di nuovo. Al principio dell'impero si riscontrano diverse linee dei Lentuli, tra le quali la più importante è quella che si arrogò il nome degli Scipioni, che allora appunto si estinguevano, e loro succedette nel possesso della famosa tomba di famiglia. I L. sembra si siano estinti a loro volta verso la fine del sec. I d. C.
Bibl.: Th. Mommsen, in Corp. inscr. Lat., I, p. 14 segg.; W. Drumann, Geschichte Roms in seinem Übergange von der republikanischen zur monarchischen Verfassung, 2ª ed., curata da P. Gröbe, II, Lipsia 1902, pp. 448 segg.; B. Borghesi, Œuvres complètes, Parigi 1862 segg., V, pp. 215, 300; Prosopographia Imperii Romani, I, Berlino 1897, p. 450 seg.; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, col. 1355 segg., con albero genealogico.