CORNAMUSA (fr. cornemuse; sp. cornamusa, gaita; ted. Sackpfeife; ingl. bagpipe)
Strumento a fiato, composto di un sacco di pelle di montone e di due o più zampogne innestatevi sopra, alcune delle quali risuonano come bordoni a mo' di pedale (se sono due, una come bordone basso, l'altra come alto), e una, munita di varî fori, eseguisce la melodia. Queste zampogne hanno le loro ance in una specie di manicotto attaccato al sacco di pelle. Questo viene rigonfiato dal fiato del suonatore attraverso un tubo e, così pieno d'aria, viene da lui tenuto sotto l'ascella e compresso dal movimento del braccio. Per tal modo l'aria di cui è pieno il sacco di pelle è obbligata a uscire attraverso le zampogne.
Lo strumento è antichissimo; lo conoscevano i Greci e i Latini, i quali ultimi lo chiamavano tibia utricularis. Svetonio ci fa sapere che persino Nerone lo suonava e, secondo Procopio, esso era in uso anche nelle musiche delle milizie di Roma. In Inghilterra la cornamusa fu conosciutissima sin dal Medioevo, né sono rari gli accenni in componimenti poetici e in raffigurazioni pittoriche di quell'epoca. Colà era perfino usata nei conventi e nei monasteri fin dal sec IX e designata sotto il nome di chorus; quest'uso si protrasse sino alla fine del Trecento. L'uso del bagpipe presso le truppe scozzesi dura tuttora.
Numerose sono le varietà della cornamusa, e i trattatisti le designano con nomi diversi secondo l'estensione, il numero e la fattura dei tubi che la compongono. M. Praetorius nel Syntagma Musicum (1615-1619) ne designa quattro o cinque. Di queste varietà la più notevole è la musette, la cui principale caratteristica consiste nel fatto di avere un piccolo mantice, collocato nel sacco di pelle, che serve ad introdurre l'aria, evitando così l'incomodo d'immetterla col fiato.
Nei secoli XVII e XVIII la musette divenne in Francia uno strumento di grande moda. Se ne costruivano esemplari in seta e in broccato e se ne dilettavano molto i cavalieri e le dame. Al tempo di Luigi XIV essa faceva parte degli strumenti della Grande Écurie e il Lulli l'introdusse nell'orchestra. Diede anche il nome a una forma di danza.
La cornamusa trova ancora molti fedeli in talune regioni nostre: nella Calabria, nell'Abruzzo, nella Ciociaria, in Sicilia.