CORMO (dal gr. κορμός "virgulto, tronco"; fr. corme; sp. cormo; ted. Spross; ingl. shoot)
Alcuni morfologi intendono per cormo il solo germoglio con le sue due parti costitutive, l'asse cioè rappresentato dal fusto e le sue appendici le foglie. Secondo altri a formare il cormo partecipa anche la radice, che notoriamente è il prolungamento in basso del fusto e costituisce con esso l'asse complessivo del corpo della pianta. Questa differenza di vedute si ripercuote soprattutto nella valutazione del significato morfologico che si deve dare al corpo di quelle piante, come i Muschi, che non hanno radice ma posseggono un fusticino con foglioline. Per i primi la plantula dei muschi è un vero e proprio cormo ossia germoglio risultante dal complesso dei due membri ben differenziati, il fusto cioè e le foglie; secondo gli altri invece essa non sarebbe che un tallo, i cui segmenti imitano il fusto e le foglie delle piante superiori, originando uno pseudogermoglio, come a dire un cormoide fatto da un cauloide e da filloidi.
In zoologia si chiamano cormi le individualità di ordine superiore risultanti da un numero variabile d'individui della stessa specie, fra loro in stabile e necessaria connessione organica, derivati tutti per un processo di moltiplicazione agamica (solitamente per gemmazione) da un individuo fondatore nato per gamogonia, cioè da un uovo normalmente fecondato. È improprio per essi il nome di colonie, assegnato loro da alcuni zoologi. L'individuo capostipite prende nome di oozoite; tutti gli altri, che da esso derivano, si chiamano, con termine generale, bastozoiti. I cormi che si organizzano così sono qualificati per cormi veri o puri; in alcuni Poriferi (Lissodendoryx) e talvolta in alcuni Antozoi (Balanophyllia, Siderastraea) un piccolo numero d'individui, che per solito vivono separati, venuti fra loro a contatto, possono concrescere, aggregarsi l'uno all'altro, e simulare un cormo, che è detto perciò spurio. Quasi tutte le specie animali che dànno luogo alla formazione di cormi sono abitatrici delle acque marine, pochissime delle acque dolci. La maggior parte sono sedentarie, si trovano cioè fissate a un qualunque substrato, per cui gli antichi zoologi ammisero l'esistenza di Zoofiti o piantanimali; poche, come i Sifonofori e i Pirosomi, sono galleggianti e semoventi. Non si possono ritenere come veri cormi tutti quegli aggregati animali, che, pur generandosi per processo agamogonico, rimangono per un determinato tempo del loro sviluppo in intima reciproca connessione, per poi disgregarsi in altrettante individualità libere, come è di parecchi Protozoi, dell'idra d'acqua dolce, di molti Sillidei, delle Salpe. L'unità del cormo si rileva nel fatto che l'alimento assunto e digerito da uno o più individui torna a vantaggio della comunità tutta, ciò che è reso ancora più evidente quando nell'ambito del cormo subentra una divisione di lavoro in connessione con uno spiccato polimorfismo: per tale motivo si distinguono cormi omeomorfi, quando tutti i blastozoiti hanno l'identica conformazione, e cormi eteromorfi (di- tri- polimorfi), quando in relazione alle diverse esigenze funzionali (fisiologiche) si determina un differenziamento morfologico delle diverse individualità. Nei Sifonofori, nei quali il complesso dei diversi gruppi eteromorfi di blastozoiti (organoidi) sembra costituire un'unità funzionalmente inscindibile, si parla di cormi personificati. Generalmente sullo stesso cormo si hanno individui generatori (gamozoiti) d'ambo i sessi (cormo monoico), ma si possono anche avere separatamente cormi maschili e cormi femminili (cormo dioico) come nei Cnidarî: Tubularia, Podocoryne, Diphyes, Pennatula.
Bibl.: R. Leuckart, Über den Polymorphismus d. Individuen oder die Erschein. d. rbeitsteil. in der Natur, Giessen 1851; J. E. Duerden, Aggregated colonies in Madreporian corals, in Amer. Naturalist., XXXVI (1902), p. 461; E. Korschelt, Tierstöcke, in Handwörterb. Naturwiss., X (1913), p. 1220.