COREOGRAFIA (dal gr. χορεία "danza" e γραϕή "descrizione"; fr. choréographie; sp. coreografía; ted. Balletzeichnung; ingl. choreography)
L'arte di comporre i balli, descrivendone, e fissando con segni convenzionali, la distribuzione delle figure, i movimenti dei primi ballerini e delle masse, armonizzandoli con la musica e con la scenografia, e anche, ma eccezionalmente, con la recitazione.
Presso i Greci non sappiamo se esistesse una convenzione pratica per fissare le evoluzioni del coro. Ma è certo che di metodo teorico in questa materia non si può parlare fino al sec. XVI, quando cioè lo sviluppo della scenografia per gl'intermezzi scenici ne fece sentire l'esigenza.
Uno dei primi, se non il primo, a scrivere un trattato sulla danza fu il francese Jean Tabourot, che nel 1588 lo pubblicava sotto il pseudonimo di Thoinot Arbeau, intitolandolo orchéśographie, che consiste nel far corrispondere la descrizione del passo con la notazione musicale. Più tardi il Beauchamps, famoso maestro di ballo alla corte di Luigi XIV, ottenne nel 1671 un brevetto per l'invenzione di un nuovo sistema di coreografia; ma non lasciò traccia scritta delle sue teorie. Nel 1701, R. A. Feuillet diede alle stampe il libro: Chorégraphie ou l'ari d'ecrire la danse par caractères, figures et signes demonstratifs, dove indicava i passi, le posizioni e i loro cambiamenti e insegnava il modo di leggerne la speciale grafia.
Stabilite, in una serie di tavole, le regole da seguire, l'autore espone mediante i segni convenuti una collezione di danze di sua composizione insieme con altre ideate dal coreografo e direttore dei balli dell'Opéra di Parigi, ch'era allora il Pecour: all'aria musicale, posta in cima alla pagina, seguono le "figure" o Chemins che la assecondano coi passi indicati da lineette e altri segni convenzionali; il tempo è marcato da piccole sbarre trasversali che inquadrano la divisione dei passi, in modo che otto battute di musica corrispondono a otto battute di coreografia. J. Ph. Rameau nel suo Maître à danser (1734) indica in linguaggio ordinario i movimenti della danza, ma in modo che la linea formata da queste spiegazioni disegni la figura. Mapus, nel 1765, pubblicò i Principes de la choréographie, ove è perfezionato il sistema di Feuillet.
Finalmente Arthur Saint-Léon creò nel 1852, sotto il nome di Steno-choréographie, un processo nuovo consistente in una vera e propria partitura, ove sul rigo in cui è scritta la melodia, in tante linee quante sono le parti principali, sono segnati i varî movimenti della danza, avvertendo che i segni sotto il rigo indicano i movimenti da eseguire a terra, quelli del rigo i movimenti in aria. Ma questi sistemi risultarono poco pratici e scarsamente alludenti.
Non va dimenticato che il coreografo ha una parte importantissima nei balli di sua ideazione. Se pure non sia egli stesso ballerino, sempre però deve presiedere alle prove di scena, dirigere e correggere i movimenti dei primi ballerini e delle masse.
Fra i più famosi coreografi ricordiamo, nel sec. XVIII: Pietro Granget, Agostino Hus, Cesare Gaetani detto "Cesarino", Giuseppe Fabiani, Francesco Turchi, Claudio Legrand, che compose la coreografia per lo spettacolo d'inaugurazione del teatro della Scala (3 agosto 1771), Antonio Muzzarelli, Gaspare Angiolini; nel sec. XIX: Francesco Clerico, Urbano Garzia, Onorato Viganò (Amore e Psiche, Venezia, 16 maggio 1792, per l'inaugurazione del teatro La Fenice), Gaspare Ronzi, Giovanni Monticini, Pietro Gabriele Gardel, Pietro Angiolini, Giulio Viganò, Sebastiano Gallet, Gaetano Gioja, Alessandro Fabris, Salvatore Viganò, Luigi Henry, Salvatore Taglioni, Giovanni Galzerani, Giacomo Serafini, Antonio Cortesi, Antonio Monticini, Bernardo Vestris, Mazillier, Filippo Taglioni, Alberto Décombe, G. Casati, Giulio Perrot, Domenico Ronzani, Carlo Saint-Léon, Giuseppe Rota, Pasquale Borri, Ippolito Monplaisir, Paolo Taglioni, Antonio Pallerini, Ferdinando Pratesi, Luigi Manzotti, L. Mercante, Luigi Danesi, R. Grassi, Giuseppe Hassreiter, Marina Petipas, G. Golinelli, C. Coppi, Giovanni Pratesi, Cesare Cecchetti.
Bibl.: C. Negri, Le gratie d'amore, Milano 1602; id., Nuove inventioni di balli, Milano 1604; C. F. Menestrier, Des ballets anciens et modernes, Parigi 1682; R. A. Feuillet, Chorégraphie ou l'art d'écrire la danse par caractères, figures et signes démonstratifs ecc., Parigi 1701; Dezais, Recueil de nouvelles contredanses mises en chorégraphie ecc., Parigi 1712; M. C. Caputo, la coreografia, Milano 1874; G. Vuillier, La danza, con un capitolo sulla coreografia italiana, Milano 1899.