CORDE VOCALI
VOCALI Si chiamano così, in anatomia, importantissime formazioni della laringe. La cavità di questa si va restringendo sino alla glottide o rima glottidea: qui la mucosa si solleva d'ambo i lati in due spesse pliche trasversali che vanno, da avanti in dietro, dalla base dell'epiglottide ai processi vocali delle aritenoidi. Le due superiori si dicono corde vocali false, le due inferiori corde vocali vere o labbra vocali. Fra le prime (meno sporgenti verso la linea mediana della glottide) e le seconde, si trovano i seni o ventricoli di Morgagni: essi lasciano spazio sufficiente alle corde per vibrare e producono un secreto che inumidisce la mucosa laringea (figg.1-3j.
Nelle corde vere le fibre elastiche del derma, molto sviluppate, formano fasce compatte, cuneiformi in sezione trasversale, ricoperte da epitelio piatto. Nelle false, tale tessuto è meno abbondante e la mucosa è ricca di tessuto adenoide, più copioso alla superficie dei ventricoli e nella faccia postero-inferiore dell'epiglottide. Le corde vere sono estensibili e retrattili senza lasciar pieghe e conservano regolari i margini liberi destinati a vibrare per la corrente espiratoria.
Dalla loro inserzione anteriore nella tiroide, fino ai processi vocali delle aritenoidi, le corde limitano la rima vocale o legamentosa della glottide, che nell'uomo adulto è lunga 17-18 mm., nella donna 12-13. Il segmento posteriore della glottide, lungo 7-8 mm., limitato dai margini mediali delle basi delle aritenoidi, si dice rima respiratoria o intercartilaginea.
Sulle corde vere la mucosa s'assottiglia e aderisce saldamente e sul margine libero si fa bianca, semi-trasparente; al di sotto ritorna ordinaria e si perde in quella tracheale. Sotto la membrana limitante, coperta dall'epitelio, sono disposte numerose ghiandole, varie per grandezza.
Elemento importantissimo delle corde vocali vere sono alcuni fasci muscolari, che fanno parte della muscolatura intrinseca della laringe, il compito dei quali è d'allargare e restringere la glottide, tendere o rilasciare le corde.
La dilatazione della glottide ha per ordegni precipui i due crico-aritenoidei (postici), i quali determinano la rotazione delle basi delle aritenoidi intorno al loro asse verticale e quindi l'abduzione delle corde, la dilatazione della glottide (funzione respiratoria della laringe). La loro paralisi produrrà dispnea inspiratoria per strettura abnorme della rima glottica, ma non notevole disturbo di fonazione.
Il restringimento della glottide (adduzione delle corde) è determinato: a) dall'aritenoideo trasverso, che fa scivolare verso la linea mediana le basi delle aritenoidi; b) dai tiro-ariepiglottici e dai tiro-aritenoidei esterni, che, con l'aritenoideo trasverso, costituiscono una specie di sfintere della laringe: i due primi, dal punto d'attacco alla faccia interna della tiroide, dirigono le fibre in dietro, attraversano obliquamente le facce posteriori delle aritenoidi decussandosi sulla linea mediana, decorrono lungo la plica ari-epiglottica e si fissano alla base dell'epiglottide; i secondi dalla parte inferiore dell'angolo interno dello scudo tiroideo si dirigono in dietro e in alto verso i processi muscolari aritenoidei; c) dal crico-aritenoideo laterale, che decorre obliquamente da dietro in avanti e dall'alto in basso, in direzione antagonistica a quella del crico-aritenoideo posteriore.
La tensione delle corde è effettuata: a) dai crico-tiroidei retti e obliqui, che nel contrarsi diminuiscono la fessura esistente in avanti fra tiroide e cricoide, elevando la parte anteriore della cricoide (la più mobile) verso il margine antero-inferiore della tiroide spostabile meno facilmente e abbassando il castone cricoideo e perciò le aritenoidi, che vi sono sovrapposte; b) dalla sinergia dei genio-ioidei e tiroidei, i quali sollevando la tiroide rendono più efficace l'azione rotatoria dei crico-tiroidei intorno all'asse trasverso delle articolazioni crico-tiroidee.
Il rilasciamento delle corde è passivo, quando cessano d'agire i tensori: fatto coordinato in modo automatico alla fase inspiratoria del torace; attivo per i tiro-aritenoidei interni, che accompagnano le corde dall'angolo interno tiroideo ai processi vocali: nel contrarsi in toto avvicinano i processi vocali alla tiroide, rilasciano quindi le corde. In essi W. F. Ludwig distingue due porzioni: una ari-tiroidea già nota, l'altra ari-vocale (muscolo di Ludwig). Il tratto ari-vocale, dall'estremo inferiore della faccia anteriore dell'aritenoide decorre in fasci paralleli verso la membrana vocale, in cui termina da dietro in avanti: le fibre più brevi immediatamente davanti al processo vocale, le più lunghe presso la tiroide.
L. L. Jacobson (1887) ha portato luce sulla complessa struttura del tiroaritenoideo nell'uomo, confermando quindi l'esistenza del muscolo di Ludwig, al quale attribuisce il potere di modificare l'altezza dei suoni vocali. Dimostrò inoltre l'esistenza di fibre trasverse, che corrono in senso normale alle prime, dalla faccia interna della tiroide all'orlo del legamento vocale (muscolo tireo-vocale di Jacobson), la cui contrazione produce, nella parte mediana delle corde, abduzione di esse e concorre a modificare lo spessore e la tensione nell'intonare i suoni di varia altezza.
L'azione dei muscoli intrinseci della laringe viene dunque a esplicarsi sulle aritenoidi e sulle due corde vocali, producendo i varî effetti di dilatazione e di restringimento della rima vocale, sia nella parte intercartilaginea, sia in quella interlegamentosa o in ambedue, in modo sincrono; poi accorciamento o allungamento nel senso antero-posteriore delle stesse corde; e infine aumento o diminuzione del loro spessore, con consecutiva fissazione e limitazione delle sue regioni laterali, capaci di vibrare. La regolarizzazione della tensione e della lunghezza delle parti vibranti - nel senso antero-posteriore e laterale - produce la perfetta intonazione della corda vocale ed è in conseguenza della squisita graduazione innervativa delle diverse coppie di muscoli antagonisti. Il senso di tensione avvertito nell'organo laringeo nel canto dimostra che tutti i suoi muscoli sono attivi e la formazione dei diversi suoni, le sfumature d'intensità e il loro ascendere e discendere nella scala musicale, dipendono dalle combinazioni nel grado di loro attività. In alcuni artisti si ha in alto titolo questo senso d'innervazione della laringe, che può essere avvertito anche nel linguaggio interiore e nel pensare i suoni; in essi ciò basta per risvegliare immagini di moto dell'organo vocale. (Vedi anche fonazione).
Paralisi delle corde vocali. - Consiste nella perdita (paralisi) o nella diminuzione (paresi) della motilità di questi organi o più esattamente di uno, di più o di tutti i muscoli intrinseci della laringe adibiti a tendere, abduire e addurre le corde medesime; perdita che dà luogo a disturbi più o meno gravi della fonazione e della respirazione. La causa di esse risiede per lo più in una lesione (nevrite, compressioni, ferite) uni- o bilaterale dei nervi laringei superiore e inferiore; più raramente da lesioni dei nuclei bulbari del nervo vago (tabe, emorragie, rammollimenti) ed eccezionalmente da lesioni dei centri corticali dello stesso nervo. Vi sono poi paralisi e paresi delle corde vocali di natura funzionale (isteriche), le quali si distinguono dalle paralisi organiche perché insorgono e scompaiono rapidamente in rapporto a stati emotivi intensi e a traumi psichici e perché s'accompagnano spesso a bolo isterico e non a tosse laringea. Le paralisi organiche delle corde vocali sono uni- o bilaterali e interessano o tutti i muscoli innervati dal nervo laringeo inferiore (n. recurrens) o uno di essi, ovvero i muscoli innervati dal laringeo superiore. La paralisi bilaterale da lesione dei nervi ricorrenti dà luogo, nella fonazione e nella respirazione, all'impossibilità della chiusura e apertura della glottide, che si presenta in posizione cadaverica: le corde vocali, cioè, all'esame laringoscopico, appaiono assottigliate e immobili; clinicamente si ha afonia assoluta e impossibilità di tossire con forza, respirazione forzata rumorosa e, raramente, dispnea. Nella paralisi d'una delle corde vocali per lesione unilaterale del nervo ricorrente, l'esame laringoscopico dimostra l'immobilità della corda vocale e della cartilagine aritenoide, con obliquità della rima della glottide verso il lato paralizzato; la fonazione si può effettuare abbastanza bene, la voce è debole ma più alta e russante. Nelle paralisi dei muscoli adduttori (destinati a chiudere la glottide) all'esame laringoscopico s'osserva, durante la fonazione, che la rima glottidea è beante in posizione inspiratoria; la voce è afona. La paralisi isolata d'uno dei muscoli adduttori è piuttosto rara e diagnosticabile solamente all'esame laringoscopico. La paralisi bilaterale del muscolo abduttore (m. cricoarytaenoideus posterior) destinato all'apertura della glottide è una lesione piuttosto grave per i disturbi della respirazione che l'accompagnano; all'esame laringoscopico le corde vocali si presentano strettamente ravvicinate tra loro; la respirazione tranquilla è indisturbata; nella respirazione più attiva (sforzi corporei) compare dispnea inspiratoria accompagnata da stridore inspiratorio, mentre l'espirazione e la fonazione rimangono normali (fig. 4).