COPULA (lat. copŭla)
Nei secoli XII-XIII era una specie distinta di discanto (v.), e consisteva in una coda a note brevi eseguite dalla voce più acuta mentre il canto fermo (v.), teneva, senza precisa durata, l'ultima nota nell'organum o nel conductus (v.). Qualche lontana eco di tali appendici cadenzali sull'accordo finale rimane nelle musiche dei polifonisti fiamminghi, e talvolta persino nel Palestrina. Per il suo carattere quasi d'improvvisazione di bravura, la copula ha affinità con la cadenza dei secoli successivi.