copia di cortesia
loc. s.le f. Copia cartacea di un documento, messa a disposizione per facilitarne la lettura.
• Anche il foro torinese sta rispondendo con qualche difficoltà: un problema ad esempio è la cosiddetta «copia di cortesia». «È vero ‒ ammette [Luciano] Panzani ‒ molti colleghi si sono lamentati chiedendo che gli avvocati depositino anche una copia cartacea degli atti, anche se non sono obbligati a farlo, perché hanno difficoltà a leggere tutto sul computer. È indubbio che è più agevole consultare la carta. Ma si rischia di lanciare un messaggio negativo, continuando ad operare con il vecchio sistema. Se l’avvocato continuerà a mandare la sua segretaria a depositare l’atto in cancelleria, non riusciremo a decollare». (Sarah Martinenghi, Repubblica, 2 aprile 2013, Torino, p. V) • Un bilancio positivo, quindi, che però non va indenne da alcune criticità. Una su tutte ‒ sottolineata sia dagli avvocati che dai magistrati ‒ nasce dalla necessità dei giudici di avere a disposizione anche le copie cartacee degli atti per poterli studiare. Un’incombenza a cui le cancellerie non riescono a far fronte e che, quindi, in molti uffici, è stata scaricata sui professionisti, a cui si chiede di presentare, oltre all’atto telematico, anche una «copia di cortesia». (Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei, Sole 24 Ore, 4 luglio 2016, p. 8, Giustizia).
- Composto dal s. f. copia, dalla prep. di e dal s. f. cortesia, ricalcando l’espressione ingl. courtesy copy.
- Già attestato nel Corriere della sera del 12 luglio 1999, p. 13, MultiMedia (Riccardo Staglianò).