coparentale
agg. Relativo alla condivisione con un’altra persona dell’essere genitore di un figlio.
• La stessa Corte [europea dei diritti dell’uomo] ricorda che tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa solo dieci aprono l’adozione «coparentale» alle coppie non sposate e soltanto quattro tra questi fanno una distinzione tra coppie omosessuali e eterosessuali (Portogallo, Romania, Russia e Ucraina). (Patrizia Maciocchi, Sole 24 Ore, 20 febbraio 2013, p. 16) • La Corte [di Strasburgo] ha condannato l’Austria perché la sua legge in tema di adozione «coparentale» (quando in una coppia uno dei partner ha un figlio suo, e l’altro chiede di diventarne genitore adottivo, completando la relazione parentale) tratta diversamente la coppia convivente non sposata e la coppia omosessuale. La Corte dice che il diverso trattamento fra il partner ammesso all’adozione e il partner escluso si fonda sull’«orientamento sessuale», e dunque urta contro il divieto di discriminazione e di ingerenza nella vita privata e familiare. […] Fra i 47 Stati che compongono il Consiglio d’Europa solo 10 ammettono all’adozione coparentale le coppie non sposate, come l’Austria. Tutti gli altri no, e il loro no è incensurabile. (Giuseppe Anzani, Avvenire, 20 febbraio 2013, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dall’agg. parentale con l’aggiunta del prefisso co-.
> cogenitore.