COPAIDE (Κωπαίς, Copāis; A. T., 82-83)
Lago carsico, a 95 m. s. m., il più grande dell'antica Grecia (250 kmq.), nel centro della pianura beotica, ora prosciugato.
Aveva contorno press'a poco rettangolare (90 km.) ed era profondo da 4 a 5 metri, 12 al massimo. Ebbe nomi diversi presso i classici: Κωπαίς, dalla città di Cope (Κῶπαι); Κηϕισίς, λίμνη ("palude del Cefiso") dal suo maggiore immissario, Αευκωνίς, dai pioppi che ne frangiavano il contorno, ai quali allude il nome Topólia, di origine slava, tuttora in uso. Circa 25 emissarî sotterranei, detti ora katavóthrai, si aprivano sul lato E. e NE.; ma erano insufficienti durante le grandi piene; il livello oscillava di circa m. 6-8 fra alte (gennaio-febbraio) e basse acque. Fin dall'antichità si cercò un rimedio; e le recenti opere di prosciugamento hanno messo in luce i resti d'un complesso di costruzioni idrauliche (una diga e tre canali), le quali diedero origine alla leggenda, secondo cui i Minî di Orcomeno avrebbero prosciugato il lago (Strab., IX, 415) e i Tebani, con l'aiuto di Eracle, distrutto i lavori. Alessandro Magno fece nettare gli emissarî da Cratete di Calcide, ma non poté attuare la bonifica progettata.
Ora un profondo canale interno e uno periferico raccolgono le acque del Cefiso e del Melas, convogliate attraverso i laghetti Hylikē (m. 79) e Paralímnē (m. 55) al Golfo Euboico. La bonifica, iniziata nel 1883 da una società francese e terminata da una società inglese nel 1889, ha permesso di utilizzare circa 350 kmq. di buon terreno, per la maggior parte a prato, ma anche con colture di frumento, orzo, cotone (anche due raccolti annui), legumi, ecc. Il lago era celebrato dagli antichi per la bontà delle sue anguille.
Per gl'interessanti resti archeologici venuti alla luce intorno all'antica isoletta di Glã, v. arne.
Bibl.: Geiger, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., XI, col. 1346 segg.; J. G. Frazer e A. W. van Buren, Graecia antiqua, Londra 1930, p. 142 e carta.