cooperazione
Azione svolta in comune da più soggetti (individui, enti, Stati, organizzazioni internazionali) per il conseguimento di un determinato fine.
L’idea di c. si affermò, tra Otto e Novecento, dapprima in ambito politico-sociale, come concezione alternativa all’individualismo competitivo che caratterizza l’economia capitalistica. Il movimento cooperativo nacque infatti in Inghilterra e in Francia come risposta, da parte dei ceti più deboli, all’imporsi del capitalismo. Il primo a utilizzare il termine ‘c.’, in contrapposizione a ‘competizione’ e a ‘individualismo’, fu l’industriale inglese R. Owen (➔), che per realizzare le proprie idee socialiste fondò alcuni villaggi cooperativi. Nel corso del Novecento le imprese cooperative si diffusero in tutti i settori dell’economia: dalla vendita dei beni di consumo alla produzione, dalle assicurazioni alle banche, dall’edilizia ai servizi sociali.
Il movimento si affermò, in particolare nella parte settentrionale e centrale della penisola italiana, nell’ultimo ventennio dell’Ottocento. Sorsero cooperative di consumo (a Milano, Roma, Firenze, Torino, Trieste e nella Valle Padana), cooperative creditizie (banche popolari e casse rurali) e cooperative di produzione (latterie e cantine sociali, consorzi agrari). Incoraggiate dai governi Giolitti (1903-14) e fortemente ridimensionate dal fascismo (che ne sciolse le organizzazioni), le cooperative si svilupparono impetuosamente nel dopoguerra, grazie a una legislazione favorevole. ● Le società cooperative (➔ cooperativa, società) sono oggi circa 200.000 e rappresentano il terzo settore dell’economia, accanto al settore privato e a quello pubblico. Il loro ruolo è stato particolarmente importante nel settore agricolo, nella rete distributiva (supermercati e negozi) e nell’edilizia; in quanto al settore del credito, grazie alle banche cooperative si è potuto sviluppare, nel Centro-Nord, quel tessuto di piccole imprese che è stato per anni uno dei punti di forza dell’economia italiana. A partire dagli anni 1990, sono sorte cooperative anche nei settori del trasporto, del turismo e soprattutto dei servizi sociali (non profit).
Nella seconda metà del 20° sec. la c. si è estesa alla politica internazionale e ai rapporti tra Stati, sia nell’impegno comune in difesa della pace sia come modo privilegiato per affrontare i problemi economici, ambientali e sanitari di rilevanza internazionale. In questa veste, essa ha ispirato la nascita di numerosi organismi internazionali e di una vasta rete di associazioni private fondate sul volontariato (le Organizzazioni Non Governative, ONG).
Nel linguaggio della teoria dei giochi (➔ giochi, teoria dei) un gioco è detto cooperativo quando sono possibili accordi vincolanti tra i giocatori. Se i giocatori perseguono un fine comune, infatti, almeno per la durata del gioco alcuni di essi possono tendere ad associarsi per migliorare il proprio payoff e la garanzia è rappresentata dagli accordi vincolanti (➔ anche giochi cooperativi, teoria dei).