• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CONVULSIONE

di Giuseppe PANEGROSSI - Gennaro FIORE - - Enciclopedia Italiana (1931)
  • Condividi

CONVULSIONE (lat. convulsio, da convello "scuoto"; fr. convulsion; sp. convulsión; ted. Verzuchung, Krampf; ingl. convulsion)

Giuseppe PANEGROSSI
Gennaro FIORE

Con questo termine s'indicano le contrazioni violente e involontarie, di grande ampiezza, transitorie e ripetentisi a crisi, dei muscoli volontarî. Si distinguono in toniche, quando la contrattura muscolare determina l'irrigidimento d'un muscolo o d'un gruppo di muscoli in una determinata posizione, e in cloniche, quando nei muscoli s'hanno alternative di contrazione e di risoluzione; in genere però queste due varietà si succedono nello stesso malato e presentano numerose forme di passaggio.

Tutti i muscoli del corpo possono essere colpiti da convulsioni, donde i più varî atteggiamenti e movimenti della testa, del tronco e degli arti (per esempio, opistotono, trisma, movimento di flessione ed estensione degli arti e di rotazione del capo). Le convulsioni possono essere parziali (monospasmi), limitate a una metà del corpo (epilessia jacksoniana), o generalizzate; hanno ora un inizio brusco, più spesso sono preannunziate da parecchie sensazioni soggettive, dette aure, e si ripetono a crisi intervallate da periodi più o meno lunghi; a volta, invece, subentranti come nello stato di male epilettico. Gli accessi, secondo la loro origine, hanno durata varia, da qualche minuto a più ore, mentre lo stato epilettico può prolungarsi per più giorni. Gli accessi terminano in vario modo; per esempio, nell'epilessia (v.), con emissione involontaria di feci e urine e uno stato di sopore, nell'isteria (v.), con crisi di pianto o di riso spastico. Possono a volte (epilessia) determinare la morte per asfissia, per spasmo dei muscoli del laringe o per difetto dei muscoli respiratorî.

Le convulsioni s'originano da stati irritativi della zona motrice della corteccia cerebrale, dovuti a una causa locale (placche di meningite, gomme, tumori, schegge d'osso, ecc.) o a una causa generale (intossicazioni acute e croniche, esogene e endogene, quali l'alcoolismo, il tetano, l'uremia, l'epilessia), o a una causa psichica (isterismo). Le più diverse malattie possono accogliere fra i loro sintomi le convulsioni; nel bambino s'accompagnano a parecchie condizioni morbose (v. sotto); nell'adulto riconoscono per causa frequente l'epilessia, la sifilide cerebrale, la paralisi progressiva, l'alcoolismo, i tumori cerebrali, mentre nel vecchio sono dovute prevalentemente all'uremia, all'arteriosclerosi cerebrale, all'emorragie meningee.

Le convulsioni si devono variamente valutare dal punto di vista prognostico: benigne in genere nel bambino, nell'adulto e nel vecchio sono un sintomo di grave interessamento del sistema centrale al processo morboso in atto, tanto quoad sanationem, se si tratti di convulsioni per la persistenza del male, quanto quad vitam, se siano espressione d'una affezione localizzata del sistema nervoso centrale (tumori, ecc.), o d'una malattia generale (uremia, arteriosclerosi, ecc.).

La terapia ha un doppio scopo: quello di combattere l'accesso convulsivo in sé (bromuri, luminal, gardenal, balneoterapia) e quello di curare la malattia causale, quando sia possibile conoscerne la natura (cure dietetiche nelle nefriti, ecc.). Contro gli accessi convulsivi isterici è efficace la psicoterapia.

Convulsioni infantili. - Molto frequenti, sono di significato assai diverso. Può esserne causa una malattia organica dell'encefalo (convulsioni sintomatiche), o un passeggero disturbo funzionale (convulsioni essenziali), o una particolare condizione dell'organismo (spasmofilia, isterismo, epilessia). Tralasciando la tetania, i rari casi di spasmo di torsione e certi spasmi permanenti in lattanti con gravi disturbi della nutrizione, considereremo le convulsioni tonico-cloniche generalizzate e parziali.

Nelle convulsioni generalizzate v'è sempre perdita della coscienza, in quelle parziali v'è soltanto obnubilamento. Per lo più le fasi toniche e cloniche s'alternano in maniera irregolare, con frequente prevalenza da un lato delle forme generalizzate, con predilezione alla faccia e all'arto superiore nelle forme parziali. Nei bambini piccoli può prevalere la fase tonica. L'accesso però può anche nettamente presentare una fase tonica, una clonica e una risolutiva. Negli accessi più gravi si ha schiuma, anche sanguinolenta, alla bocca, perdita d'urine e di feci, imponenti fenomeni asfittici, ipertermia. La durata e la frequenza degli accessi è varia.

Dai caratteri dell'accesso è difficile risalire alla causa, ma altri fatti possono servire di guida. Un primo elemento di giudizio è fornito dall'età. Nel neonato si tratta più spesso di lesioni dell'encefalo congenite o acquisite durante il parto (anomalie di sviluppo; traumi ostetrici; emorragie, ecc.); spesso è in giuoco la sifilide ereditaria. L'eclampsia materna, una infezione del neonato devono tenersi presenti. Dai primi mesi ai tre anni domina la spasmofilia e con le sue manifestazioni eclampsiche. In età più avanzate, specie oltre il quinto anno, bisogna innanzi tutto pensare alle convulsioni sintomatiche, all'epilessia, all'isterismo. Le convulsioni sintomatiche si possono avere per traumi al capo e nelle più varie malattie del sistema nervoso (encefaliti, meningiti, tumori, ecc.). Meningiti purulente a rapidissimo decorso possono quasi non dare altra sintomatologia.

L'epilessia nel bambino può nascondersi in crisi convulsive in apparenza benigne: a volte solo il decorso permette un sicuro giudizio. L'isterismo può inscenare in bambini grandicelli crisi convulsive per lo più differenziabili per certi caratteri: coscienza conservata, presenza del riflesso pupillare, influenza della suggestione, atteggiamenti passionali, ecc. Le più svariate malattie infettive possono nell'infanzia stabilirsi con crisi convulsive (polmonite, scarlattina, ecc.). Altre volte sono in giuoco autointossicazioni per insufficienza renale (uremia) o epatica, per alterato ricambio (acetonemia, ecc.), per turbe dell'apparato digerente; o intossicazioni varie, anche attraverso il latte (nefrite della nutrice, alcoolismo, ecc.). L'elmintiasi in qualche caso; lesioni nasofaringee (polipi, corpi estranei, vegetazioni adenoidi) o dell'orecchio; la dentizione difficile; vizî di refrazione, specie nell'età scolastica, possono favorire l'insorgere di accessi convulsivi (convulsioni riflesse). Tali cause agiscono come fattori scatenanti in soggetti particolarmente predisposti (spasmofilia, epilessia), con eredità neuropatica, figli di genitori variamente intossicati.

Nelle convulsioni infantili v'è quindi grande difficoltà per la diagnosi di natura e per la prognosi, e ogni singolo caso merita uno studio accurato. Per la terapia immediata si deve cercare di sgombrare subito l'intestino; poi assoluto riposo, massima quiete, bagno caldo, ghiaccio sul capo se v'è febbre, somministrazione d'antispasmodici (bromuri, calcio). Il trattamento consecutivo mirerà sempre alla perfetta funzione dell'apparato digerente e alla massima igiene di vita fisica e psichica; sui particolari singoli di cura è necessario riferirsi all'agente causale.

Vedi anche
paralisi La perdita della funzione muscolare che di solito esprime una lesione delle vie nervose motorie (p. organica). Sulla base della distribuzione della p. a particolari distretti muscolari somatici, il termine è sostituito da quelli di emiplegia, monoplegia, paraplegia. Patologia umana Le varietà fondamentali ... eclampsia Sindrome associata a un’encefalopatia ipertensiva acuta; nella forma più completa è caratterizzata da manifestazioni convulsive simili a quelle dell’epilessia e da disturbi focali, come amaurosi, afasia ed emiplegia, a decorso acuto. Può esser legata allo stato gravidico ( e. gravidica), oppure essere ... isteria (o isterismo) Forma di nevrosi, variamente intesa dalla psichiatria classica e dalla psicanalisi. Il termine corrisponde per la prima a poco più di un concetto clinico, per la seconda a una particolare entità nosografica. Cenni storici La prima individuazione dell’i. risale a Ippocrate, che coniò il ... sifilide Malattia infettiva, a decorso cronico intermittente, detta anche lue; è provocata da un microrganismo, il Treponema pallidum (o Spirochaeta pallida), scoperto da F. Schaudinn ed E. Hoffmann nel 1905. È distinta in acquisita e congenita. Per analogia, in veterinaria, il termine indica malattie che hanno ...
Tag
  • SISTEMA NERVOSO CENTRALE
  • CONTRATTURA MUSCOLARE
  • CORTECCIA CEREBRALE
  • APPARATO DIGERENTE
  • ACCESSI CONVULSIVI
Altri risultati per CONVULSIONE
  • convulsione
    Enciclopedia on line
    Insieme di violente contrazioni a carico di gruppi muscolari. Le c. sono il risultato di una contrazione involontaria dei muscoli controllati volontariamente in condizioni fisiologiche; si dicono toniche per contrazioni muscolari persistenti, cloniche quando contrazione e rilasciamento si alternano, ...
  • convulsione
    Dizionario di Medicina (2010)
    Insieme di contrazioni violente e involontarie di grande ampiezza, transitorie e ripetentisi per crisi, a carico di gruppi muscolari. Fisiopatologia Le c. sono dovute a una mancanza di sincronismo fra le scariche elettriche dei neuroni cerebrali: gruppi di neuroni vengono attivati ripetutamente, senza ...
  • Convulsione
    Universo del Corpo (1999)
    Giancarlo Urbinati Per convulsione si intende una sequenza di contrazioni muscolari involontarie, violente, di grande ampiezza, transitorie o che si ripetono per crisi. Le convulsioni si dicono toniche quando la contrazione muscolare ha un carattere persistente, cloniche quando contrazione e rilasciamento ...
Vocabolario
convulsióne
convulsione convulsióne s. f. [dal lat. convulsio -onis, der. di convulsus «convulso»]. – 1. Contrazione violenta e involontaria di grande ampiezza, transitoria e ripetentesi per crisi, a carico di gruppi muscolari, caratteristica dell’epilessia...
eclàmptico
eclamptico eclàmptico agg. [der. di eclampsia] (pl. m. -ci). – Che presenta eclampsia: sindrome, convulsione eclamptica.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali