CONVOGLIO (XI, p. 277)
Durante la seconda Guerra mondiale i convogli dei trasporti marittimi furono introdotti in tutti gli oceani. Prescindendo da quelli nel Pacifico, che, poggiando sulle Hawaii e sulle Samoa (particolarmente l'Isola di Tutuila col mirabile porto di Pago-Pago), beneficiarono in genere di una navigazione non molto rischiosa, e quelli nell'Indiano, Mar Rosso ed Atlantico meridionale, che subirono un contrasto solo sporadico, la zona nella quale il traffico convogliato fu più intenso, e la lotta contro di esso più vivace e micidiale, fu nell'Atlantico centrale e settentrionale e nell'Oceano Artico, tanto che la guerra ai convogli va correntemente sotto il nome di Battaglia dell'Atlantico (per questa e per i criterî seguiti per la formazione e la difesa dei convogli nonché la tattica di attacco seguita dai sommergibili tedeschi v. atlantico, in questa App.).
Generalmente i convogli fra l'America del Nord ed i porti settentrionali europei si formavano nelle acque della Nuova Scozia, con scaglioni partenti da New York, Boston ed Halifax per proseguire, passando in vista della Groenlandia, per il porto di Reykjavik (Islanda), donde erano smistati verso la Scozia o verso il Mar Bianco. Altri convogli seguivano rotte meridionali verso le Bermude e le Azzorre con destinazione Gibilterra o Freetown (Sierra Leone), donde erano avviati in Mediterraneo o a doppiare il Capo Buona Speranza.
All'inizio del conflitto, per deficienza di navi scorta, i convogli venivano costituiti soltanto per i tratti di mare maggiormente insidiati. Ma in seguito, con l'entrata in servizio delle corvette e fregate, e la partecipazione degli Stati Uniti al conflitto, la scorta poté essere provveduta per tutto il viaggio. Il numero delle navi costituenti ogni convoglio era sulle 50, in formazione molto serrata, su circa dieci colonne intervallate di metri 700 e con le navi di ogni colonna distanti 500. In caso di tempo nebbioso o cattivo conveniva rompere la formazione; con tempo buono e di giorno era adottato un lento procedere a zigzag; velocità del complesso sugli otto nodi per navi da carico.
La battaglia dell'Atlantico è durata cinque anni e mezzo; si calcola che in questo periodo circa 9000 convogli siano entrati nei porti inglesi ed un centinaio in quelli della Russia con perdite, per i primi, di 1 piroscafo ogni 130 in mare e, per i secondi, di 1 su 35.
Nel Mediterraneo i convogli inglesi furono, fino al 1943, assai scarsi e di massima destinati al rifornimento di Malta; la traversata, da Gibilterra o da Alessandria, costituì sempre una operazione in grande stile per il largo accompagnamento di incrociatori, corazzate e portaerei. I convogli italiani, molto più leggeri (massimo dieci piroscafi, ma di norma da 1 a 4), per il rifornimento della Libia e della Tunisia, furono sempre scortati da piccole unità e cacciatorpediniere e talvolta effettuarono la traversata con la protezione di navi maggiori. Vennero avviati circa 1200 convogli con un numero globale di 2730 navi delle quali almeno 500 andarono perdute.