CONVOGLIO (da convio "metto in via, accompagno" attraverso il fr. convoyer, convoi; sp. e ingl. convoy; ted. Convoi, Geleitzug)
Si chiama propriamente convoglio una scorta di persone, milizie, navi, che serve come difesa o come segno d'onore. Il nome si estende anche a designare l'insieme del convoglio e della cosa convogliata.
Il convoglio marittimo. - L'uso dei convogli scortati risale a tempi antichissimi; da principio servì a proteggere le navi dalle rapine dei pirati, in seguito ebbe per scopo di evitare alle navi mercantili neutrali la visita delle navi da guerra, e a quelle mercantili delle nazioni in conflitto una facile cattura o distruzione.
Il principio del convoglio fu ammesso per la prima volta dall'Olanda nel sec. XVII per evitare alle navi mercantili neutrali la visita delle navi da guerra. Nelle istruzioni date alle navi da guerra e a quelle corsare era stabilito che i bastimenti neutrali scortati non dovessero essere visitati, se il comandante della scorta dava l'assicurazione che non portavano contrabbando a bordo. Solo l'Inghilterra non volle mai accettare tale principio; durante la guerra di Crimea del 1854, però, essendo alleata della Francia, rinunziò a visitare le navi mercantili sotto convoglio. Nel 1918 l'Olanda, che doveva inviare alle Indie un trasporto sotto scorta con funzionarî e mercanzie, ottenne in via eccezionale dall'Inghilterra il lasciapassare, mediante una dichiarazione scritta, che fu accettata come garanzia equivalente a una visita.
La guerra sottomarina, di cui fecero largo uso gl'imperi centrali durante la guerra mondiale, fece introdurre l'uso del convoglio scortato da navi da guerra. La protezione diretta dei convogli ebbe dapprima pochissimi fautori: l'Italia, come la nazione più minacciata per il suo limitato tonnellaggio, fu la prima a introdurre provvedimenti organici contro la guerra sottomarina, istituendo un Ispettorato per la difesa del traffico nazionale marittimo. Quando nella seconda metà del 1917 fu stabilito, nel comune interesse, di adottare in Mediterramo misure uniformi per tutti gli alleati e di porre la difesa del traffico sotto un unico capo, che fu un ammiraglio inglese residente a Malta, molti dei provvedimenti escogitati dall'Italia furono adottati per il traffico nel Mediterraneo e l'organizzazione italiana, pur conservando la sua autonomia, venne a far parte di quella interalleata.
L'Italia si assunse l'incarico di organizzare e scortare i convogli di navi che, provenienti dall'Atlantico, erano diretti a Genova. Per questi convogli, che si smistavano a Genova, e poi vi si riunivano di nuovo per il viaggio di ritorno, era necessaria una grande sorveglianza e quindi era notevole il numero di navi adibite alla scorta. Solo nei primi dieci mesi del 1918 partirono da Gibilterra per Genova 69 convogli con 1088 piroscafi; per altri porti italiani altri 70 convogli con 238 piroscafi; da Genova per Gibilterra 1790 piroscafi. Altri convogli percorrevano la parte occidentale del Mediterraneo, con scorte che si davano il cambio ai limiti delle acque nazionali (ad esempio le nostre unità a Villafranca sostituivano le unità francesi); altri convogli ancora percorrevano la linea Biserta-Napoli; altri infine le linee verso il Mediterraneo orientale.
Ogni convoglio era posto sotto il comando di un ufficiale della R. Marina, per lo più della riserva, con attribuzioni ben determinate e non interferenti con quelle, ugualmente ben determinate, dell'ufficiale comandante della scorta. Questa era generalmente costituita da piccoli incrociatori di tipo antiquato, o da incrociatori ausiliarî.
Il sistema adottato per i grandi convogli atlantici era il seguente: i piroscafi erano riuniti in un porto convenientemente scelto e di lì erano scortati nella loro rotta verso l'Europa da un incrociatore della Marina o da un incrociatore ausiliario, specialmente per protezione contro le navi nemiche di superficie; giunto il convoglio in un punto stabilito al difuori della zona pericolosa dei sommergibili, una buona scorta di cacciatorpediniere e d'incrociatori lo conduceva nel porto di destinazione: lo stesso avveniva al ritorno, con la differenza che appena fuori della zona di pericolo, i piroscafi raggiungevano i loro porti individualmente; le scorte erano utilizzate anche nel ritorno per condurre al porto di destinazione altro convoglio che nel frattempo era sopraggiunto.
Col sistema dei convogli scortati le perdite si ridussero all'1% nei viaggi oceanici e si mantennero intorno al 5% nei mari ristretti; ma occorre tener presente che tali vantaggi erano in parte neutralizzati dal tempo occorrente ai piroscafi per recarsi ai porti di riunione, per attendere in questi la data di partenza e infine per uniformarsi in convoglio all'andatura dei meno veloci. Tuttavia, la protezione dei convogli si dimostrò sempre vantaggiosa e fu mantenuta sino alla fine della guerra.
Bibl.: C. Manfroni, Storia della Marina Italiana durante la guerra mondiale, Bologna 1923, cap. xx; C. E. Fayle, Seaborne Trade, History of the Great War, Londra 1924, voll. 3.