CONVERSANO (A. T., 27-28-29)
Città della provincia di Bari, situata sull'orlo di un alto gradino della Murge, a 219 m. s. m., con bella vista sulla fascia costiera e sull'Adriatico. È formata di una sezione medievale, a pianta ellittica e con vie tortuose, e di una sezione moderna, a vie rettilinee. È sede vescovile, e possiede un R. Liceo-Ginnasio e un convitto molto frequentato. Conta 13.530 ab., mentre il suo comune ne ha 16.212. Il territorio comunale (126,89 kmq.) è coltivato a uliveti, mandorleti, frutteti e vigneti fittissimi nelle vicinanze dell'abitato e a cereali nelle zone più lontane dal centro; vi sono stabilimenti vinicoli e olearî. Conversano è il centro principale della lavorazione delle ciliegie solforate.
Monumenti. - Di remota antichità sono i tratti di mura megalitiche, forse appartenenti alla vetustissima città di Norba, e nei dintorni i cosiddetti laghi di Conversano, depressioni naturali adattate a cisterne di acque pluviali mediante speciali costruzioni di tipo pelasgico. Di fondazione svevo-normanna, ma con aggiunte di fabbriche posteriori, è il grandioso castello, bastionato, trapezoidale, con grandi torrioni cilindrici e poligonali, e, all'interno, con loggia e porticato del Rinascimento. Quasi di fronte la cattedrale romanica (primi del sec. XIII), rinnovata nella seconda metà del '300, restaurata nel 1871, distrutta, all'infuori delle mura perimetrali, nell'incendio del 1913, poi in gran parte rifatta e tuttora in corso di restauro. La bella facciata ha nella lunetta del portale mediano un bassorilievo della Madonna fra due Angeli. Nelle vicinanze, segnalata da un bel campanile secentesco, la chiesa di S. Benedetto, annessa all'antica abbazia omonima del sec. XI (i più antichi documenti che la concernono sono del sec. IX), trasformata nel 1658. Delle prime costruzioni rimane il campaniletto a bifore romantiche e il piccolo chiostro benedettino con particolari decorativi di derivazione musulmana.
Nei dintorni, la chiesa e il convento di S. Maria dell'Isola, di origine gotica, con frammenti di affreschi trecenteschi e alcuni dei primi del Cinquecento; in fondo alla chiesa il monumento sepolcrale di Giulio Antonio Acquaviva di Aragona, morto nel 1481 a Otranto contro i Turchi, opera di Giulio Barba di S. Pietro a Galatina (sec. XVI). Caratteristica la chiesetta di S. Caterina fuori mura (sec. XIII), di pianta quadriloba e arieggiante a tipi costruttivi siriaci. (V. tavv. XXIII e XXIV).
Storia. - Forse da identificare con l'antica Norba, sulla via che da Bitonto menava a Egnazia: è incerto se fosse di fondazione latina o prelatina. Fu colonia romana nel sec. III a. C., poi municipio. Soggetta ai Bizantini, e ai Goti con Totila, conquistata nuovamente da quelli, il dominio bizantino vi si mantenne finché nel sec. VII d. C. divenne castrum longobardo, compreso nel ducato beneventano. Tornò poi in potere dei Bizantini (899). Con la divisione del ducato beneventano, fu tenuta dai principi di Salerno (1053). Primo suo conte fu Goffredo, nipote del Guiscardo, il quale di lì a pochi anni la ritoglieva ad Abagelardo, figlio di Goffredo. I signori di Conversano osteggiarono la conquista della Puglia da parte di Ruggero II: Alessandro, quinto conte, poi Tancredi, vinti, dovettero cedere le loro terre, benché, risollevatisi di nuovo, riuscissero a tenersi per poco indipendenti.
La contea toccò ai Brienne, quindi ai d'Enghien, il cui capostipite Luigi fu chiamato a succedervi col testamento di Gualtieri III di Brienne, e fu ribelle a Carlo di Durazzo. Investitine i Lussemburgo, Giovanni di Lussemburgo (XVIII conte di Conversano) finì per essere anch'egli fautore di Luigi d'Angiò, onde Ladislao, appena salito al trono, lo privò dei beni, che passarono ad Alberigo da Barbiano. Quando nel 1422 il figlio Manfredi fu espulso da Conversano, la città fu donata agli Orsino e dopo un anno ai Caldora, ai quali fu ritolta nel 1440 per essere infeudata di nuovo a G. Antonio Orsino del Balzo, al quale sottentrò Giulio Antonio Acquaviva d'Aragona. Nel 1504 troviamo signore della città il duca di Termoli - Andrea di Capua - e, dopo quattro anni appena, nuovamente gli Acquaviva d'Aragona, i quali durarono sino al 1801.
Bibl.: G. Bolognini, Sulle origini e le vicende del culto di Maria Santissima della Fonte in Conversano, in Rassegna pugliese, XV; Manifesto per la sfida del conte di Conversano al principe di Francavilla (un esemplare rarissimo in Soc. st. patria napolet., ms. XX. A. 17); Tarsia, Historiarum cupersanensium libri tres, Mantova 1669; G. A. di Tarsia Morisco, Memorie storiche di Conversano, Conversano 1881; D. Morea, Chartularium cupersanense, Montecassino 1893. Sui Monumenti, oltre agli scritti citati, v.: S. Simone, La cattedrale di Conversano, Bari 1878; id., Norba e Adveneris, Trani 1887; E. Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale, Parigi 1904; A. Vinaccia, Monumenti medievali in Terra di Bari, Bari 1915; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I: Il Medioevo, Torino 1927, p. 687.