convergenza tecnologica
convergènza tecnològica locuz. sost. f. – L’affermazione della tecnologia digitale ha determinato una convergenza tra le differenti forme di comunicazione. Sul terreno industriale ciò ha un’immediata conseguenza sul business dei mercati globali, dove si è già realizzata una convergenza attraverso grandi aggregati multimediali. Nel mercato porta ad articolare quattro settori fondamentali: l’informatica, il comparto delle telecomunicazioni, il settore dei contenuti (o dei contents) e, infine, quello dei consumers, ossia degli apparati domestici a costi particolarmente bassi. La trasmissione di dati digitali, che ha trovato una prima diffusione con la televisione, è in fase di affermazione tra tutti i new media; sta, infatti, trovando applicazioni nei personal computer, nei pager, negli antifurto satellitari, nelle console per videogiochi, nei computer per realtà virtuale, nei simulatori di gravità e di volo, nelle workstation per effetti speciali di film, negli strumenti musicali, negli apparecchi elettromedicali. Applicazioni riguardano ambiti amministrativi, come la firma digitale, che consente il riconoscimento della ‘paternità’ di operazioni in rete; altre, come le smart card personalizzate a utenti preregistrati, permettono di agire in ambiti di formazione su Internet, commercio elettronico, home banking e altri impieghi online in via di sviluppo. Il mondo delle telecomunicazioni sta vivendo da qualche anno un’importante rivoluzione, incentrata sull’introduzione della mobilità, dunque del telefono cellulare e dei suoi derivati, e della multimedialità. Quest’ultima ha dato vita a nuove tipologie di servizio che, a loro volta, indirizzano l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni che li forniscono: dalla specializzazione per servizio (rete telefonica, rete dati, rete televisiva e così via), in auge in precedenza, alla convergenza verso una rete unica di tipo multiservizio (voce, dati, video, audio musicale, web, immagini fisse e in movimento). Il 21° sec. è stato finora caratterizzato dal trattamento integrato delle informazioni con modello IP (Internet protocol) e dagli sforzi per conseguire l’integrazione tra reti fisse e mobili, terrestri, satellitari e aeree.
Processi di c. t. e conseguenze economiche di mercato. Combinando le funzioni di computer, di Internet e di televisione digitale, tutti fondati sullo stesso linguaggio numerico dei bit, si può disporre di un sistema in grado di fornire una serie di servizi multimediali interattivi di tipo domestico, per i quali sono in pieno sviluppo applicazioni sia nell’ambito industriale sia in quello dell’economia dei servizi. La cosiddetta convergenza delle 4 C (computer, communication, contents, consumers), secondo le valutazioni di Standard & Poor’s, sta realizzando un mercato di dimensioni gigantesche, forse secondo soltanto a quello dell’energia, stimato nel 2010 con un giro di affari superiore a 2500 miliardi di euro. Gli smartphone già realizzano la fusione di varie funzioni che appartengono a diversi dispositivi, integrando in un unico oggetto capacità di riproduzione di foto e video, telefono cellulare (con connettività wi-fi e bluetooth) e palmare, con sistema operativo derivato (Mac iOS, Android ecc.). In definitiva, è lo smartphone stesso ad aver acquisito il ruolo di web integrated disruptive technology degli ultimi anni, vale a dire una tecnologia che, sebbene inizialmente non competitiva (basti pensare agli ingombranti e inefficienti cellulari di fine anni Ottanta del secolo scorso), crea in breve tempo mercati completamente nuovi. Gli smartphone sono utilizzati per connettersi ai social network, ai navigatori satellitari, ai circuiti di telefonia VoIP (Voice over Internet protocol), oltre che per le funzioni tipiche, ossia telefonare, fotografare, spedire messaggi. Per quanto non vengano di solito visti in quest’ottica, tali dispositivi sono anche nodi di rete, ossia oggetti collegati alla rete internet tramite un indirizzo (IP address) che li identifica all’interno dello standard dei protocolli IP. Anche i PC, i server, le console di videogame di ultima generazione sono identificati in questo modo. Questa estensione di connessioni ha abbracciato anche i dispositivi RFID (Radio-frequency identification), ossia quei microcontroller (essenzialmente costituiti da un microchip, un sistema di alimentazione autonomo e un’antenna) usati, per es., per l’identificazione automatica e la tracciabilità di prodotti, persone o animali. Un RFID dotato di indirizzo IP diventa a tutti gli effetti un nodo della rete Internet con cui gli altri nodi possono dialogare in funzione dei protocolli tecnici di linguaggio e dei servizi accessori consentiti dalla comunicazione reciproca.
Estensione della convergenza. Nell’ambito dei mercati attuali, il fenomeno generale della connettività a livello globale (via web) ha diffuso da alcuni anni una corrente di pensiero e di applicazioni, il cosiddetto web of things. In questo scenario, i nodi che attualmente non sono considerati nodi web (gli elettrodomestici, o addirittura palazzi e monumenti) diventerebbero agenti di comunicazione. Sebbene, presentata in tali termini, questa architettura possa sembrare frutto di una visione fantascientifica, la tecnologia relativa è già disponibile: è sufficiente associare a un oggetto non intelligente (per es. un muro) un RFID dotato di un indirizzo IP per farlo comunicare attraverso una rete wireless con un nodo di rete esterno. Estendendo funzionalmente il concetto, alcuni dispositivi applicati sul web potrebbero per es. ridare ulteriore forza alla domotica. La convergenza in questo settore si indirizzerebbe verso il mercato emergente dell’architettura ecologica e afferente a un’urbanistica in grado di bilanciare risorse energetiche e consumi; all’interno di tali progetti, il web of things svolgerebbe un ruolo più integrato di controllo e ottimizzazione delle risorse e di riduzione delle emissioni nocive. L'interesse su un argomento di assoluta rilevanza quale l'applicazione dell'intelligenza artificiale alle risorse del web ha definito il campo dei servizi web di terza generazione (web 3.0). Il cosiddetto , grazie al quale sistemi automatici potranno interagire con l’uomo in maniera evoluta, avrebbe il beneficio di sfruttare un enorme bacino sia di dati sia di utenti, e quindi di costruire archivi giganteschi in cui conservare informazioni semplici e strutturate, ed estrarle per comunicare con l’uomo.