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CONTROSPALLIERA

di Giovanni Dalmasso - Enciclopedia Italiana (1931)
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CONTROSPALLIERA

Giovanni Dalmasso

In frutticultura, per sostenere le piante allevate secondo determinate forme (cordoni, candelabri, palmette, ventagli) si ricorre talvolta a muri sui quali si stendono in numero vario dei fili di ferro, oltre a canne, regoli di legno, ecc. Si hanno in questo caso le spalliere propriamente dette. Quando invece non ci si può servire di muri, ma si debbono costruire delle spalliere libere, si hanno le cosiddette controspalliere.

Volendo costruire una controspalliera, si debbono prima piantare solidamente alle estremità, come capisaldi, dei pali di cemento armato, o dei ferri a T, o anche dei buoni pali di legno (di castagno, di larice, di robinia). A questi capisaldi si fissano poi dei fili di ferro orizzontali, preferendo il filo di ferro zincato, del calibro 15 o 16, ben tesi mediante appositi tendifili (ottimi quelli a carrucole). Oltre ai capisaldi occorrono inoltre dei pali intermedî, disposti a circa 3 metri di distanza l'uno dall'altro. La lunghezza dei capisaldi e dei pali intermedî è normalmente di 3 metri. La parte del palo che va interrata deve avere dimensioni variabili da mm. 25 × 25 a 30 × 30. Per dare maggiore resistenza ai capisaldi è necessario munirli d'una saetta disposta verso l'interno del filare. Capisaldi e saette devono avere la base inclusa in un blocco di calcestruzzo che si costruisce sul posto. All'estremità dei singoli pali si fissa una specie d'architrave di ferro, su cui s'appoggeranno dei fili di ferro che permetteranno di distendervi, quando occorra, una copertura di tela da vele, o di tavole, sia per riparare dalle brine e,fino a un certo punto, dalla grandine le piante sottostanti, sia (nel caso della tela) per concentrare meglio il calore sulle piante.

Volendo utilizzare entrambe le facce della controspalliera, si tenderanno delle coppie di fili di ferro, sostenute mediante apposite traverse orizzontali fissate sui pali. Normalmente il 1° filo (o la 1ª coppia di fili) si tende a 40 cm. da terra; i fili superiori si dispongono a distanze che variano a seconda delle forme da adottare per le piante. Così, per es., per forme a branche orizzontali i fili si distanzieranno l'un dall'altro di 40-45 cm.

Per meglio ottenere la forma che si desidera assumano le piante, sulle controspalliere si costruiscono poi le sagome o scheletri delle future forme. All'uopo si fissano al posto che verrà occupato dalle varie branche dei leggieri regoli di legno o delle canne o delle bacchettine diritte, sulle quali verranno poi legati i germogli delle piante. Le sagome suddette dovranno essere costruite dalla parte opposta a quella dove sono poste le piante, in modo che i regoli, le canne, ecc. si trovino dietro le varie parti del fusto delle piante.

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controspallièra
controspalliera controspallièra (o contraspallièra) s. f. [comp. di contro-, o contra-, e spalliera]. – Spalliera che fa riscontro a un’altra. In frutticoltura, intelaiatura non appoggiata a un muro, ma isolata e corrente lungo i lati di...
spallièra
spalliera spallièra s. f. [der. di spalla]. – 1. a. Nei sedili di ogni tipo, la parte (detta anche dorsale o schienale) che sovrasta il sedile vero e proprio, alla quale appoggia la schiena la persona seduta; nelle poltrone e in seggi di...
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