ottimale, contratto
Nella teoria economica dell’informazione, contratto che assicura l’allocazione efficiente delle risorse tra agenti economici, quando essi non hanno accesso allo stesso insieme di conoscenze, ossia in presenza di informazione asimmetrica tra le parti contrattuali. Tipicamente, è il caso di un agente in possesso di un dato non disponibile a un altro: per es., un lavoratore che conosce le proprie capacità o lo sforzo profuso nel lavoro molto meglio di quanto possa essere osservato direttamente dal suo datore di lavoro.
L’allocazione efficiente, assicurata dal contratto o. in presenza di informazione asimmetrica, è detta di second best (➔) perché è generalmente inferiore, nel senso di Pareto, all’allocazione ottimale di first best (➔), raggiungibile quando l’informazione è perfetta, ossia distribuita in modo uniforme tra gli agenti economici. L’allocazione di second best è tuttavia efficiente, tenuto conto del vincolo informativo, nel senso che non può essere migliorata, in termini di Pareto, dall’intervento di un’autorità centrale che non sia in grado di conoscere il dato privato detenuto dagli agenti, ossia fronteggi lo stesso problema di asimmetria informativa. L’assenza di informazione perfetta implica che i mercati non sono perfettamente concorrenziali e quindi non valgono i teoremi del benessere. La nozione di contratto o., alla base degli studi sugli incentivi e l’informazione, rappresenta così uno strumento centrale per analizzare situazioni diverse da quelle di mercato, nella teoria dell’impresa, della finanza aziendale e più in generale delle istituzioni economiche. Inoltre, l’applicazione della contrattazione a situazioni dinamiche, ripetute nel tempo, permette di approfondire i problemi della rinegoziazione e dell’incompletezza dei contratti, necessari per un esame della struttura della proprietà e dei diritti di controllo di un’impresa e quindi per costruire una teoria completa delle organizzazioni.
Le asimmetrie informative possono riguardare caratteristiche già esistenti al momento della contrattazione, ovvero che si realizzano solo successivamente alla definizione del contratto, ma che tuttavia influenzano il modo in cui esso è strutturato. Il primo caso viene classificato come un problema di selezione avversa (➔), il secondo come un problema di azzardo morale (➔). Quest’ultimo, più precisamente, riguarda il cosiddetto problema di azione nascosta, in cui il comportamento di un agente non può essere osservato dall’altro, come nel caso di un proprietario di azienda che non può vedere l’impegno di un manager. Tuttavia, esso può essere esteso al caso di informazione nascosta, quando un evento (che avviene dopo la sottoscrizione del contratto) è conosciuto solo da una delle due parti in causa: per es., se il manager è in possesso di maggiori informazioni sulle possibilità di sviluppo aziendale, o sullo stato della domanda del bene prodotto.
L’idea sottostante la struttura del contratto o. è semplice: esso deve risolvere in termini ottimali il trade-off tra efficienza dell’allocazione e compatibilità degli incentivi dell’agente che possiede il vantaggio informativo, ossia deve fornire all’agente l’incentivo a compiere l’azione concordata, ovvero a dichiarare in modo veritiero l’informazione in suo possesso. Questo metodo si basa su un risultato fondamentale, detto principio di rivelazione, secondo il quale per trovare il contratto o. è sufficiente studiare la classe di contratti aventi la proprietà per la quale l’agente, dotato di un vantaggio informativo, abbia interesse a rivelare correttamente la propria informazione o azione privata. Nel problema di selezione avversa, si distinguono due casi differenti. Se l’agente meno informato offre un contratto a quello più informato, allora il primo deve estrarre informazioni dal secondo, tramite un meccanismo di screening. Se, per es., i lavoratori più produttivi sono anche quelli che fanno meno fatica ad assolvere a compiti più impegnativi, allora un datore di lavoro può imporre tali compiti al solo scopo di selezionarli. Invece, nel caso opposto in cui è l’agente con un vantaggio informativo a offrire un contratto all’altro, allora egli o ella deve segnalare, in modo credibile, l’informazione in suo possesso; per es., un lavoratore può volere ottenere un maggiore livello di istruzione, o di training, solo per segnalare le sue capacità intrinseche.
Nel caso di azzardo morale, infine, il giocatore con meno informazioni, detto principale, offre a quello più informato, detto agente, un contratto tale da risolvere in misura o. il trade-off tra l’efficienza dell’allocazione in termini di utilità del principale e la sua compatibilità con gli incentivi dell’agente (➔ principale-agente). Un esempio classico riguarda il mercato delle assicurazioni, dove l’agente, una volta assicurato, ha meno incentivo a evitare incidenti; in questi casi, l’assicuratore richiede un premio più che proporzionale rispetto alla copertura offerta, in modo che l’agente sia indotto a ridurre l’incidenza dell’assicurazione e ad aumentare l’attenzione rispetto al proprio comportamento. Una logica simile si applica ai contratti di lavoro, che premiano i dipendenti nel caso di risultati positivi (correlati al loro impegno lavorativo) con bonus, salari di efficienza, stock option ecc., o, viceversa, li puniscono nel caso di risultati deludenti.