contratto di prossimita
contratto di prossimità loc. s.le m. Contrattazione di secondo livello, aziendale o territoriale, che si propone di provvedere alle richieste dei lavoratori di un’azienda o delle aziende di un’area territoriale.
• «La norma va ritirata proprio perché va esattamente contro quanto il ministro [Maurizio] Sacconi ha sostenuto. È tutt’altro rispetto ad un sostegno alla contrattazione per due motivi: il primo ‒ spiega [Claudio] Treves ‒ è che con l’accordo del 28 giugno, che diventa legge anche retroattivamente, sindacati e Confindustria avevano ristabilito una gerarchia delle fonti, con al centro il contratto nazionale. Invece il contratto di prossimità, dizione che Sacconi usa come un vezzo al posto del più corretto contratto aziendale, diventa preponderante e ha tutte le facoltà “in deroga al contratto nazionale”». (Massimo Franchi, Unità, 18 agosto 2011, p. 8, Primo Piano) • La soluzione sarebbe ‒ secondo i sindacati ‒ il contratto di prossimità previsto dalla legge Fornero. Gli operai prossimi ai 36 mesi di assunzione potrebbero essere assunti a livello stagionale, il che permetterebbe di non disperdere la propria professionalità dando loro la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali (miniaspi) nei periodi in cui non sono operativi. (Gino Grillo, Messaggero Veneto, 10 dicembre 2014, p. 31) • Si chiude così, con il necessario passaggio attraverso la selezione pubblica (ma con alcune riserve in modo da tutelare il più possibile gli attuali lavoratori, 71 persone di cui 5 a tempo indeterminato e gli altri con contratto di prossimità), una vicenda che si trascina da una decina d’anni, (Milena Arnaldi, Secolo XIX, 9 maggio 2015, p. 21, Imperia).
- Composto dal s. m. contratto, dalla prep. di e dal s. f. inv. prossimità.