contrastografia
Metodica radiologica che sfrutta la somministrazione (per bocca, per vena, per clistere, attraverso cateteri) di un mezzo di contrasto, al fine di ottenere la visualizzazione di un determinato settore, tramite la differenza di densità adiacenti presenti nelle immagini. La c. è predisposta in differenti modalità: se utilizza fasci di raggi X deve tenere conto delle caratteristiche anatomiche e funzionali dell’organo da esaminare, di quelle fisico-chimiche del contrasto, dell’energia del fascio radiante; la diagnostica tramite risonanza magnetica utilizza prevalentemente contrasti non iodati per studiare la vascolarizzazione dell’organo da esaminare. Le c. per le vene e per le arterie sono rispettivamente la flebografia e l’arteriografia; per l’apparato urinario l’urografia e la cistografia; per l’apparato digerente, la colecistografia e il clisma a doppio contrasto (nel quale vengono utilizzati due mezzi di contrasto contemporaneamente, cioè bario e aria). Fra altre metodiche specialistiche, si ricordano la broncografia, l’isterosalpingografia, la fistolografia.