contrasto
. La tecnica medievale del c. ma non l'uso concreto dei modi anche formali del componimento poetico dialogato, che pur era senza dubbio nelle conoscenze letterarie di D. (il quale cita nel De vulg. Eloq., com'è noto, il c. amoroso di Cielo d'Alcamo: v.), è riscontrabile in alcune strutture narrative di episodi della Commedia: la disputa tra s. Francesco e il diavolo per l'anima di Guido da Montefeltro (If XXVII 112-123), quella tra l'angelo e il diavolo per l'anima di Bonconte da Montefeltro (Pg V 104-108).
Per la stessa presenza di elementi caratteristici del dibattito si potrebbero opportunamente invocare gli esempi delle altercazioni tra i diavoli, tra Mastro Adamo e Sinone, ecc. In senso molto lato, infine, si potrebbe considerare tutta la Commedia come un grandioso c. tra l'anima e il corpo, dalla cui mortificazione materiale attraverso le varie prove subite o contemplate dal viator D. nasce la vittoria dell'anima, mondata dalle scorie del peccato.
Nelle Rime D. non adopera mai la forma metrica del c., ma soltanto, e una volta sola, quella del discordo (v.), in Aï faux ris (v.).