contractor
<kënträ'ktë> s. ingl., usato in it. al masch. – Operatore privato della sicurezza e di servizi militari che lavora alle dipendenze di agenzie specializzate definite generalmente Compagnie militari private (PMCs, Private military companies) o Compagnie di sicurezza private (PSCs, Private security companies). Queste agenzie, che hanno un giro d’affari di molte decine di miliardi di dollari, stipulano contratti con i governi degli stati sovrani di cui affiancano e assistono gli apparati bellici, fornendo supporto logistico, tecnologico, di intelligence e protezione. Civili o ex militari, i c. hanno conosciuto un’enorme diffusione nel primo decennio del 21° sec., impiegati prevalentemente in Afghanistan e in Irāq; si calcola che in territorio iracheno il numero dei c. fosse superiore al contingente britannico, secondo soltanro a quello statunitense; dopo il ritiro delle ultime truppe deciso dal presidente Obama nel dicembre del 2011 il Dipartimento di Stato ha mantenuto diverse migliaia di c. alle sue dipendenze in territorio iracheno con il compito di proteggere il personale diplomatico e tecnico e di addestrare le forze di polizia locale. La presenza di c. nei teatri di guerra o in zone ad alto rischio è documentata fin dagli anni Novanta del secolo scorso, quando nacquero le prime agenzie militari specializzate: in Sierra Leone, nei territori della ex Iugoslavia, in Colombia, in Pakistan, in Libia e in diverse altre zone del pianeta. L’utilizzazione di queste forze, sottratte di fatto a un chiaro controllo politico e giuridico, e disposte a operare a beneficio di chiunque sia disposto a pagarne a prezzi altissimi i servizi, risponde a una forma di privatizzazione della guerra che ha costituito una delle più profonde e pericolose trasformazioni nel panorama dei conflitti e delle situazioni di crisi.