Contessa
. Giusta il concetto espresso in Vn XIII 4, per cui li nomi seguitano le nominate cose, sì come è scritto " Nomina sunt consequentia rerum " (cfr. anche Pd XII 67-70, 79-80; Pg XIII 109), C. inteso come attributo significherà " bella " se collegato al provenzale coinde o al francese cointe (cfr. conte di Pg II 56 riferito ai raggi del sole); ovvero, associando l'epiteto a ‛ corte ', al luogo cioè ove anticamente le vertudi e li belli costumi s'usavano (Cv II X 8), esso potrà valere " nobile ", " cortese ", o anche " spirito superiore ", come propone lo Zonta, il quale nota che D. chiama appunto conti i beati in Pd XXV 42. Il Contini pensa invece che C. sia qui nome proprio (cfr. Tessa, C. abbreviato, nome non raro in Toscana e presente in D. medesimo, Rime LXXVII 2), e avanza l'ipotesi che la canzone sia dedicata a Bianca Giovanna " figlia del conte Guido novello di Poppi (forse nominato nel primo sonetto a Forese, v. 14), sorella del Federigo Novello del Purgatorio (VI 17) e moglie in seconde nozze d'un Cacciaconti di Siena ".
C. era peraltro attributo onomastico di Matilde di Canossa; un sonetto di Iacopo da Lèona è tutto intessuto su allitterazioni e su figure etimologiche celebranti le lodi di una monna Contessa (Contessa è tanto bella e saggia e cònta), così come la seconda strofa della canzone Voglia de dir di Guittone d'Arezzo. V. anche BIANCA; GIOVANNA.
Bibl. - G. Zonta, La lirica di D., in " Giorn. stor. " suppl. n° 19-21 (1922); Contini, Rime 182, 191.