Pseudonimo di Eva Cattermole (Firenze 1849 - Roma 1896). La sua lirica (Versi, 1883; E ancora versi, 1886) ha scarsa profondità, ma una certa spontanea grazia. Sposata a F. E. Mancini, figlio di Pasquale Stanislao, se ne separò quando questi uccise in duello (1875) il suo amante G. Bennati; passò a nuovi amanti (tra cui M. Rapisardi, G. A. Cesareo) finché nel 1896 fu uccisa da uno di essi. La raccolta postuma di Versi nuovi (1897) vagheggia una vita serena.