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ALFONSO, conte di Poitiers e di Tolosa

di Georges Bourgin - Enciclopedia Italiana (1929)
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ALFONSO, conte di Poitiers e di Tolosa

Georges Bourgin

Quarto figlio di Luigi VIII re di Francia, nacque l'11 novembre 1220. Fidanzato prima con Elisabetta, figlia del conte de la Marche, poi con Giovanna, figlia unica di Raimondo VII, conte di Tolosa, aveva per appannaggio il Poitou e l'Alvernia. Quando suo fratello Luigi IX partì per la settima crociata (1249), A. s'imbarcò con lui ad Aigues-Mortes, e fu fatto prigioniero al suo fianco alla battaglia di Fāriskūr. Appena liberato, s'affrettò a rientrare in Francia, fin dal settembre 1250, per raccogliere l'eredità del suocero. Da allora, cominciò la sua diretta azione di governo negli stati su cui dominava; la quale si continuò fino al 1270, quando egli partì con Luigi IX per la crociata in Africa. Trascorso l'inverno in Sicilia, dopo essere sfuggito alla peste, A. si recò in primavera in Italia, con la moglie Giovanna: ma poco dopo morivano entrambi per malattia (forse a Savona), senza lasciar eredi diretti.

L'importanza del governo di A. è dovuta all'amministrazione interna de' suoi dominî, che ci è possibile studiare con grande precisione grazie ai numerosissimi atti di cancelleria conservatici: preziosa specialmente, al riguardo, la Correspondance administrative, tra il 1267 e il 1270, pubblicata da A. Molinier. Gli stati su cui A. dominava non formavano un tutto unico, ma si trovavano disseminati in tre zone diverse: all'ovest, il Poitou e la Saintonge, con terre minori; al centro parte della contea d'Alvernia (meno Clermont), le cosiddette terres d'Auvergne; a mezzodì, i dominî ereditati dal suocero Raimondo, cioè l'Agenese e la parte meridionale del Quercy, la contea di Tolosa, la parte occidentale dell'Albigese, la Rouergue e il Venassino. Eppure A., quasi senza muoversi da Parigi, dove abitualmente risiedeva (si recò nel mezzodì due sole volte), riuscì a dare a questo spezzettato dominio una forte unuà amministrativa, rara veramente per quei tempi, e organizzò tutta una burocrazia gerarchicamente ordinata. Alla testa, sette siniscalchi posti a capo di ognuna delle circoscrizioni in cui erano suddivisi i dominî, con poteri militari, amministrativi-fiscali, giudiziarî. Alle loro dirette dipendenze, agenti di rango inferiore, detti prevosti nei paesi dell'ovest, baili nel mezzodì; poi, altri ufficiali secondarî, alla cui nomina provvedeva invece direttamente A., i castellani con funzioni soprattuto militari, e, nella Linguadoca, i viguiers, di carattere amministrativo-giudiziario. Tutti dipendevano da un organismo centrale, non fisso ma mobile, che operava sotto la sorveglianza diretta di A.: il parlamentum o consilium, che s'occupava nello stesso tempo di affari giudiziarî ed amministrativi, e sulla composizione del quale siamo assai scarsamente informati. Per sorvegliare i singoli funzionarî e per ovviare ai possibili abusi, v'erano agenti temporanei, incaricati d'inchieste di carattere amministrativo-giudiziario, talora generali, per tutto un complesso di questioni, talora invece limitate ad un solo e specifico affare: ci rimangono gli atti di talune ispezioni, p. es., di quelle fatte nel Poitou e nella Saintonge nel 1258-1259 e nel 1261 (Correspondance administrative, nn. 1909-1924 e 1925-1945). In progresso di tempo, e certo sull'esempio degl'inquisitores istituiti da Luigi IX, a questi clerici o inquisitores, per lo più uomini di chiesa, si diedero più ampî poteri, cioè la facoltà di concludere le questioni, sentite le lagnanze delle parti lese: sebbene però A. si riserbasse personalmente la decisione nei casi più gravi. A volte, il lavoro degl'inquisitores si risolse in preparazione di materiale per le ordinanze del principe. Ugual cura ebbe A. dell'amministrazione finanziaria: e come puniva severamente gli abusi dei suoi funzionarî, e curava l'esazione dei proprî crediti, così teneva costantemente riassunti di bilancio che gli permettessero di rendersi immediatamente conto delle entrate e delle spese.

Gelosissimo della propria autorità, assai più autocrate che non il fratello re Luigi IX, A. tutelò sempre vigorosamente i suoi diritti, contrastando a chierici e giudici ecclesiastici, e, in genere, alla giurisdizione ecclesiastica, e anche alle mene della feudalità irrequieta del mezzogiorno e dell'ovest, che egli si sforzò di mantenere nella più stretta obbedienza, reprimendo duramente le rivolte feudali. Quanto al terzo stato, se egli dimostrò qualche benevolenza per le città del Poitou, di cui rinnovò i privilegi (Niort, Poitiers, La Rochelle), fu invece poco favorevole ai consolati del mezzogiorno; le "carte di costumi", abbastanza numerose, ch'egli concesse ai suoi soggetti, non sono che regolamenti amministrativi e giudiziarî e non conferiscono alcuna libertà politica. Nel complesso, il governo di A. arrecò notevoli benefizî ai paesi da lui dominati, che conobbero un lungo periodo di calma e di prosperità. La sua organizzazione dello stato, già così accentrata e burocratizzata, lo pone per tal riguardo in prima linea fra i principi del suo secolo, e assai vicino al più moderno dei sovrani di quel tempo, cioè a Federico II. Dopo la sua morte, però, l'unità dei dominî fu rotta: di pieno diritto, tutti gli stati di Alfonso, il Poitou, la Saintonge, la contea di Tolosa, l'Alvernia, furono riuniti al dominio reale; l'Agenese fu restituito al re d'Inghilterra; il Contado Venassino fu abbandonato alla Santa Sede.

Bibl.: B. Ledain, Histoire d'Alphonse de Poitiers, ecc., Poitiers 1869; E. Boutaric, St. Louis et A. de P., Parigi 1870; A. Molinier, Étude sur l'administration de St. Louis et d'A. de P. dans le Languedoc, in Vaissète, Histoire du Languedoc, nuova ed., Tolosa 1879, VII; Correspondance administrative d'A. del P., pubbl. da A. Molinier, in Coll. de docum. inédits sur l'Hist. de France, III, 5, Parigi 1894 e 1900, voll. 2.

Vedi anche
Linguadoca (fr. Languedoc) Regione storica della Francia meridionale, fra il basso Rodano a E, l’Ariège a SO, il Golfo del Leone a S e il rilievo delle Cevenne a NO. Ha preso nome dalla lingua d’oc (➔ oc). L’agricoltura, l’allevamento, lo sfruttamento del sottosuolo (ferro, uranio, bauxite, zinco, piombo) e l’industria ... Capetingi Dinastia che regnò in Francia dal 987 al 1792 e dal 1814 al 1848; più propriamente, nel ramo diretto, dal 987 al 1328. Di origine incerta, forse della Neustria, la famiglia compare nella storia con Roberto il Forte (da questo il nome di Robertingi ai suoi discendenti fino ad Ugo Capeto), missus dominicus ... Bianca di Castiglia regina di Francia Figlia (Palencia 1188 - abbazia di Maubuisson, Pontoise, 1252) di Alfonso IX re di Castiglia, sposò nel 1200 Luigi che nel 1223 divenne re di Francia (Luigi VIII). Vedova nel 1226, difese i diritti del figlio Luigi IX contro una lega di feudatarî, che costrinse al trattato di Saint-Aubin-du-Cormiez; ... Poitou Antica provincia e regione della Francia occidentale (20.000 km2 ca.), estesa tra la Bretagna e l’Angiò a N, la Turenna a NE, il Berry e la Marche a E, il Limousin a SE, l’Angoumois, la Saintonge, l’Aunis a S, e l’Oceano Atlantico a O. È parte della regione amministrativa P.-Charentes. Centro principale ...
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    Quarto figlio di Luigi VIII, re di Francia (n. forse Poissy 1220 - m. forse Savona 1271), ebbe in appannaggio dal padre il Poitou e l'Alvernia. Partito nel 1249 da Aiguesmortes per una crociata in Terra Santa, nel corso della quale fu preso prigioniero col fratello Luigi IX, ritornò in Francia nel 1250 ...
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pro-Conte (pro Conte) loc. agg.le Favorevole al politico Giuseppe Conte o all’allenatore di calcio Antonio Conte. ♦ Ed è proprio l'ex del Cagliari a segnare (11' st) l'unica rete del secondo tempo, a fissare il punteggio tennistico sul...
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tolosano toloṡano agg. e s. m. (f. -a). – 1. Di Tolósa (fr. Toulouse), città della Francia sud-occidentale: il territorio t., la popolazione t.; cittadino, abitante di Tolosa. 2. Di Tolósa (spagn. Tolosa), città della Spagna settentrionale;...
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