BARBARIGO, Contarina
Celebrata e famosa tra le donne che tanta parte ebbero nel fascino del Settecento veneziano, la B. svolse una parte di ribevo nei fasti galanti di quell'epoca e di quel mondo. Figlia di una madre ancora più celebre e inquieta di lei, quella Caterina Sagredo, viaggiatrice instancabile, che attirò su di sé nel 1747 le ire degli inquisitori di Stato, da lei ereditò una squisita sensibilità femminile, una natura mista di dolcezza e di bizzarria e una passione irrefrenabile per i viaggi. Nata sul finire della prima metà del sec. XVIII, educata mondanamente alla danza e al canto con un'infarinatilra di lingua francese, nel 1765, dopo un breve fidanzamento, sposò il patrizio Marin Zorzi, recandogli in dote 40.000 ducati: matrimonio infelice che fu sciolto nel 1773 per "inabilità del marito" dopo una causa celebre. La grande passione della B., durata dal 1763 al 1783 circa, fu Andrea Memmo, uno degli uomini più colti e intelligenti del patriziato settecentesco; la loro lunga relazione, giunta alle soglie di un patetico matrimonio in vecchiaia, rappresentò un'esemplare vicenda del secolo, un giuoco raffmato di affetto e d'ironia insieme.
Le cronache mondane e galanti della Venezia del tempo non lasciano quasi passar anno senza registrare il nome della B.: nel 1769 gareggia in piazza S. Marco con altre spiritose patrizie per il miglior pranzo "preparato dalle proprie mani"; nel 1775 l'imperatore Giuseppe II rimane incantato dinanzi alla seducente patrizia; nel 1782 i conti del Nord, conquistati dal suo brio e dalla sua grazia, ne fanno quasi la loro dama di compagnia durante il soggiorno veneziano, ricambiati da lei con abbondanti rinfreschi e sontuosi festini. Ogni tanto la B. fugge da Venezia, condotta dalla sua passione a Verona, a Napoli (1782), a Parigi (1783).
Da Parigi la B. venne richiamata in patria da uno scandalizzato ammonimento degli inquisitori di Stato, costretti a ripetere a lei l'invito a un più tranquillo ritmo di vita già rivolto alla madre. Si ritirò allora nella stupenda villa di Valsanzibio, nelle vicinanze di Arquà, vivendo gli ultimi anni della sua vita in patetica solitudine, assistendo alla morte degli amici più cari, del Memmo, morto nel 1793, e alla rovina di quel mondo in cui aveva tanto brillato e che scompariva nel turbine rivoluzionario del 1797.
Sopravvissuta a un'epoca che il tempo aveva irrimediabilmente cancellato, la B. si tenne lontana dalle vicende politiche negli anni che seguirono la caduta della Repubblica, cercando solo di tutelare i suoi grossi interessi economici e patrimoniali. Morì il 25 dic. 1804, lasciando erede di una cospicua fortuna il cugino Marcantonio Michiel e largamente beneficando i dipendenti della sua antichissima famiglia, che con lei si estingueva.
Fonti e Bibl.: Venezia, Civico Museo Correr, Discendenze patrizie, I, cc. 113-14; Mss. P. D., c. 1276121 (è il contratto di nozze della B. collo Zorzi in data 30 apr. 1765); sempre nel fondo Mss. P. D. vi è una gran quantità di carte personali riferentesi in particolare alle condizioni patrimoniali della B., con inventari di abiti, mobili, case, registri di gestione dei suoi beni, fascicoli di cause giudiziarie e fiscali, ecc.; Mss. P. D.,C. 230714 (è l'interessante Summario del processo degl'esami per la N.D. C.B. in causa di nullità di matrimonio contro il Fisco in luogo de s. Marin Zorzi di lei asserto marito); Mss. P. D.,C. 2671/1 (37-41) (lettere della B. al cugino M.Michiel, 1800-1802); MSS. P. D.,C. 1178121 (è il testamento della B., steso il 23 dic. 1804); tra i molti opuscoli usciti a Venezia nel 1765 per le nozze con Marin Zorzi ricordiamo A. Mazza, Poemetto per le felicissime nozze dell'eccellenze loro il N. U. Marino Zorzi e la N. D. C. B.; D. Duranti, La grotta di Pietro d'Abramo,e una raccolta di Poesie pubblicate dall'Albrizzi cui partecipò anche il Goldoni con le note ottave della Piccola Venezia; J.Wynne de Rosenberg, Du séjour des Comtes du Nord à Venise en janvier MDCCLXXXII, s. 1, 1782, pp. 40, 42; Poemetto ad Elisa sul viaggio fatto da Padova alla Villa di Valsanzibio colla N. D. C. B., e la descrizione di quel luogo deliziosissimo posseduto dall'eccellentissima casa, Venezia 1798; C. Goldoni, Opere tomplete,edite dal Municipio di Venezia nel II centenario della nascita, XXXV, 2, Venezia 1943, pp. 476 s.; Id., Opere, a cura di G. Ortolani, XIII, Milano 1955, pp. 1059 s.; G. Moschini, Della letteratura veneziana del secolo XVIII, II, Venezia 1806, p. 96; E. A. Cicogna, Saggio di bibliogr. veneziana, Venezia 1847, p. 684; G. Soranzo, Bibliogr. veneziana, Venezia 1885, p. 314; P. Molmenti, Epistolari veneziani del sec. XVIII, Milano-Palermo 1914, pp. 153 S.; Id., Carteggi Casanoviani. I. Lettere di G. Casanova e di altri a lui, Milano-Palermo 1917, pp. 198 s.; Id., La storia di Venezia nella vita Privata, III, Bergamo 1926, pp. 323 s., 386, 396-98; N. Vaccalluzzo, Fra donne e poeti nel tramonto della Serenissima, Catania 1930, pp. 17, 252.