contagiabile
s. m. e f. e agg. Chi o che può essere contagiato; anche in senso figurato.
• Il medico è sempre sottoposto a un obbligo di referto: è difficile che possa nascondere una coltellata, o una ferita d’arma da fuoco, o una serie di palline di droga nascoste nello stomaco di un paziente, senza neppure badare al colore della pelle o ai documenti del paziente che gli si sdraia davanti. Ma se deve controllargli i documenti prima di curarlo, occorrerà valutare anche se sia meglio che un extracomunitario irregolare infetto o ammalato di un virus contagiabile circoli liberamente, ancorché clandestinamente, senza poter andare in un ospedale, o se non sia più opportuno che sia curato per non recare danni alla comunità. (Marcello Sorgi, Stampa, 6 febbraio 2009, p. 1, Prima pagina) • [Angela] Merkel e [Nicolas] Sarkozy hanno tentato di sdrammatizzare, ma la Cina alla quale si chiede di aprire il portafogli può trarne soltanto un segnale di confusione e di scarsa credibilità. Lo stesso segnale, del resto, che viene dall’Italia, il «contagiabile» che si vorrebbe mettere al sicuro. E questo a dispetto delle misure adottate alla venticinquesima ora. (Franco Venturini, Corriere della sera, 3 novembre 2011, p. 1, Prima pagina) • «Sono inciampato», si difende il poliziotto che ha pestato la ragazza. È un’autodifesa che ci offende. Perché il video è in Internet, lo vediamo, il poliziotto non inciampa, ma sale intenzionalmente col suo corpo sul corpo della ragazza, vuol proprio schiacciarla. Abbiamo una polizia contagiabile dalla violenza? Può succedere, la violenza è contagiosa. Ma abbiamo anche una polizia che mente per coprire le proprie colpe? Allora il problema non è quel poliziotto, che ha sbagliato, il problema diventa tutto il suo reparto, che lo difende. (Ferdinando Camon, Messaggero Veneto, 1° maggio 2014, p. 4, Attualità).
- Derivato dal v. tr. contagiare con l’aggiunta del suffisso -abile.
- Già attestato nell’Unità del 6 febbraio 1979, p. 13, Fatti nel Mondo (Augusto Pancaldi).