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CONTACIO

di Silvio Giuseppe Mercati - Enciclopedia Italiana (1931)
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CONTACIO (κοντάκιον, diminutivo di κοντός "bastoncino", intorno al quale si avvolgeva la pergamena)

Silvio Giuseppe Mercati

Nella letteratura bizantina è una predica in versi, che consta di circa 18-24 strofe aventi un'uguale struttura metrica, e di un proemio (κουκούλιον) di metro differente. Il ritornello finale del proemio si ripete alla fine delle singole strofe, le cui lettere iniziali formano sempre un acrostico (ἀκροστιχίς). La corrispondenza delle strofe riguarda non solo il numero delle sillabe nel verso e l'accento tonico (salvo alcune particolarità, l'accento delle parole coincide con quello del verso), ma anche le pause del senso, che si distinguono in deboli, medie e forti. In generale questa corrispondenza è osservata molto rigorosamente; talvolta però si manifesta grande libertà.

La complessa struttura ritmica delle strofe presuppone una stretta connessione con una melodia, sovente creata dal poeta stesso (di qui l'appellativo μελῳδός), della quale i codici indicano il tono (ἧχος) e la qualità, se propria (ἰδιόμελον) o se foggiata su quella d'una strofa modello (εἱρμός). L'argomento del contacio è lo stesso della predica solenne, con la quale ha in comune uno spiccato movimento drammatico (dialogo, monologo, ecc.) e l'esuberanza di artifici retorici. I precedenti di questo genere letterario sono da ricercarsi nella poesia siriaca dei secoli IV e V, in Metodio d'Olimpo, e nei dialoghi acrostici delle omelie di S. Proclo. Il contacio raggiunse la piena fioritura nel sec. VI con S. Romano, con Anastasio, Domizio, Ciriaco e con parecchi inni anonimi, fra cui l'inno Acatisto (v.), il solo contacio rimasto integro in uso sino ai nostri giorni, mentre degli altri si suol recitare solo una strofa, che viene denominata pure kontakion. Gli ultimi contaci originali in generale non sono posteriori alla scuola studita.

Edizioni: J. B. Pitra, Analecta Sacra, I, Parigi 1876; P. Maas, Frühbyzantinische Kirchenpoesie, I, Bonn 1910, pp. 12-32; S. Gassisi, in Studi liturgici, III, Grottaferrata 1913.

Bibl.: K. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, 2ª edizione, Monaco 1897, pp. 662-73; 690-700; id., Die Akrostichis in der griechischen Kirchenpoesie, Monaco 1903; P. Maas, Das Kontakion, in Byzantinische Zeitschrift, XVIII [1910], pp. 285-306.

Vedi anche
Romano il Melòde Innografo bizantino (sec. 6º), nato a Emesa (Siria); diacono a Berito, poi addetto a un santuario della Madonna a Costantinopoli, visse sotto Anastasio I. Rinnovò la poesia liturgica greca introducendovi, probabilmente su modelli orientali, una forma nuova, il contacio. Ne vanno sotto il suo nome un ... omelia Esposizione e commento di passi della Sacra Scrittura. È la forma più antica dell’oratoria cristiana e ne è ricca tutta la letteratura patristica e medievale. Nella liturgia cattolica attuale, secondo lo spirito del Concilio Vaticano II, segue la proclamazione del Vangelo durante la messa e non deve ... liturgia Complesso dei riti e delle cerimonie propri di un culto religioso. La formazione della l. è determinata da due motivi: la necessità di fissare in forme adatte la vita e la professione della religione, che per sé non hanno forma né regola per poter essere tramandate; e il desiderio di rappresentare il ... retorica L’arte del parlare e dello scrivere in modo ornato ed efficace. Le origini e l’età antica La Grecia. L’arte retorica (➔ oratoria) nasce in Sicilia, a Siracusa, con Corace e l’allievo Tisia (5° sec. a.C.), sotto lo stimolo della necessità oratoria, incrementata dalla lotta politica e dalle controversie ...
Tag
  • ACCENTO TONICO
  • GROTTAFERRATA
  • ACROSTICO
  • ACATISTO
  • METRICA
Vocabolario
contàcio
contacio contàcio s. m. [dal gr. biz. κοντάκιον; v. condaghe]. – Predica in versi tipica della letteratura bizantina, che consta di circa 18-24 strofe accompagnate da una melodia creata spesso dallo stesso poeta.
kontakion
kontakion kontàkion s. m. – Traslitterazione del gr. biz. κοντάκιον, s. neutro, italianizzato in contacio (v. questa voce, e v. anche condaghe).
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