MEUNIER, Constantin
Pittore e scultore, nato il 12 aprile 1831 a Bruxelles, dove morì il 4 aprile 1905. Fu allievo del fratello Jean-Baptiste M., dello scultore Fraikin e del pittore Navez. Coltivò dapprima la pittura di genere e storica, senza riuscire a occupare un posto preminente fra i migliori artisti contemporanei. Lavorò a lungo col De Groux, disegnando insieme con lui vetrate per la ditta Capronnier e subendone l'influenza, sebbene sia stato il Millet, il cui Angelus rivoluzionava allora il mondo artistico, a orientare il M. verso l'espressione pittorica, in cui doveva rivelarsi il suo genio. Nel 1879 fu chiamato a lavorare nelle officine metallurgiche Cockerill e nelle vetrerie del Val Saint-Lambert. Là il suo destino artistico si confermò; ma continuò a produrre quadri, tra gli altri la grande tela Il crogiuolo spezzato. Verso la medesima epoca illustrò il libro di Lemonnier, La Belgique. Reduce, dopo breve dimora, dalla Spagna, trovò la pittura inadeguata come mezzo d'espressione e tornò alla scultura, che gli parve più adatta a rendere la sua concezione del dramma della vita e del lavoro. Da allora cominciarono a susseguirsi i suoi capolavori. Una terribile esplosione di grisou in una miniera del Hainaut, che fece numerose vittime, gl'ispirò alcuni dei suoi migliori disegni e quell'opera magnifica intitolata appunto Il grisou (Museo di Bruxelles), così impressionante nella sua estrema semplicità, sintesi grandiosa del dolore dinnanzi alla morte: una fra le più commoventi Pietà che siano state immaginate.
Il M. ebbe vita difficile e dolorosa; perdette due suoi figli; fu finalmente nominato professore a Lovanio e, assicuratasi in tal modo la vita materiale, si dedicò per alcuni anni a un lavoro intenso e fecondo. Ma ben presto ricuperò la propria libertà, riprendendo la vita penosa. Infine, dopo un'esposizione a Parigi verso il 1896, gli venne a poco a poco la gloria. Il M. è ora considerato uno dei più grandi e forti scultori belgi. Tutta l'opera sua, consacrata alla glorificazione del lavoro, è moderna per l'idea animatrice, ma classica per l'esecuzione semplice e calma, per la bellezza intensamente espressiva. Proprio a Lovanio il M. concepì l'idea di riassumere la propria opera in un monumento a gloria del lavoro, ma la morte lo sorprese prima che potesse attuarne l'insieme con i frammenti già eseguiti. Molte esposizioni hanno tentato di costruire questo insieme che comprende vasti bassorilievi e un certo numero di grandi figure di lavoratori, tra le quali domina quella del seminatore. La città di Bruxelles scelse finalmente uno dei progetti e il monumento è stato eretto nel 1930 sopra una pubblica piazza. Alcune sculture del M. si trovano in giardini pubblici: per esempio la statua del padre Damiens a Lovanio, il monumento a Émile Zola, eseguito in collaborazione con lo Charpentier, a Parigi. Quadri e disegni del M. si trovano soprattutto nei musei di Bruxelles; sculture a Bruxelles, Anversa, Lussemburgo, Berlino, Dresda, Copenaghen, ecc.
Bibl.: C. Lemonnier, L'øuvre de C. M., in Les Maîtres de l'art contemporain, Bruxelles 1896; M. Devigne, C. M., Turnhout 1919; A. J. Wanters, Le monument du Travail, Bruxelles 1914; L. S., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, Lipsia 1930 (con ampia bibl.).