CONSOLARE (lat. vir consularis o consularis; gr. ὑπατικός, o ὕπατος)
Durante la repubblica è consolare soltanto colui che ha rivestito il consolato. I consolari avevano i posti migliori nel Senato ed erano i primi invitati alle votazioni: in determinati giorni festivi indossavano la toga purpurea e con questa potevano essere seppelliti; secondo un passo di Livio (II, 18, 5) soltanto tra loro si sarebbero potuti scegliere i dittatori e i magistri equitum. Il Mommsen peraltro mette in dubbio questa asserzione. Anche i censori e i governatori di alcune provincie venivano scelti esclusivamente tra i consolari. Negli ultimi decennî della repubblica prevalse l'uso di attribuire in via eccezionale il titolo di consularis anche a persone che non avevano effettivamente ricoperto l'ufficio di console: tale attribuzione veniva fatta o per mezzo dell'allectio inter consulares o per mezzo della consegna degli ornamenta consularia. Quest'uso divenne ancora più frequente nell'epoca imperiale: si concedeva il titolo di consularis a guisa delle moderne onorificenze, anche a stranieri. Sempre sotto l'Impero, vi furono speciali magistrature che venivano attribuite soltanto ai consulares: la praefectura urbis fino all'epoca di Augusto; i quattro consulares con attribuzioni giudiziarie, istituiti da Adriano, che divise a tale scopo l'Italia in quattro dipartimenti, ma questa istituzione decadde ben presto; i consulares sacrae urbis istituiti da Alessandro Severo quali assessori del praefectus urbi, in numero di 14, uno per ciascuna regione di Roma; i consulares aquarum, sostituiti da Costantino ai curatores aquarum; i consulares operum publicorum; i consulares alvei Tiberis et cloacarum; i consulares quali governatori di provincie. Quando Augusto divise le provincie in senatoriali e imperiali, stabilì che delle prime dovessero essere sotto un consolare l'Asia e l'Africa, delle seconde quelle che avevano un presidio superiore a una legione. Tra queste ultime risultano dal sec. III la Spagna citeriore, la Germania superiore e inferiore, la Britannia, la Pannonia, la Mesia, la Tracia, la Dalmazia, la Cappadocia, ecc. Con l'ulteriore frazionamento delle provincie, avvenuto con Diocleziano e Costantino, si accrebbe ancora il numero delle provincie rette da consulares; e conseguentemente diminuì l'importanza del titolo. La Notitia dignitatum, compilata nei primi anni del sec. V, cita come rette da un consularis 14 provincie della sezione orientale e 22 della sezione occidentale. Accanto a questi consulares che potevano essere chiamati al governo delle provincie e che sedevano in Senato col rango di illustres, ve ne erano altri nominati consulares di diritto, in seguito alla permanenza in un dato ufficio, per un determinato numero di anni: questi ultimi non sedevano in Senato. I parenti e i discendenti di viri consulares generalmente indicavano nelle epigrafi questa loro qualità.
Bibl.: G. Humbert, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, I, pp. 1482-1483; Th. Mommsen, Römisches Staasrecht, 3ª ed., I, Lipsia 1887, p. 463 segg.; II, Lipsia 1897, p. 1061 segg.; B. Kübler, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altert., IV, coll. 1138-1142; J. B. Mispoulet, La consularité et les consulaires au IVe siècle, in Comptes rendus de l'Académie des inscr. et belles lettres, 1904, pp. 308 segg.; 321 segg.; R. Paribeni, in E. De Ruggiero, Dizionario epigrafico, II, pp. 865-869.