Scrittore svizzero tedesco (Zurigo 1825 - Kilchberg, Zurigo, 1898), di famiglia patrizia. Si dedicò, da autodidatta, alla storia: decisivi, a integrazione dei suoi studî storici, i viaggi a Parigi (1857) e in Italia, specie a Roma (1858, 1871). Costituzionalmente debole e psichicamente labile, sempre schivo e solitario, visse costantemente minacciato da ricadute nella malattia. Esordì con le anonime Zwanzig Balladen von einem Schweizer (1864). Il poema lirico Huttens letzte Tage (1871) è un omaggio reso al grande polemista della Riforma. Dopo il fiacco poema idillico Engelberg (1872), ha inizio la serie degli scritti più caratteristici, novelle e romanzi, quasi sempre di alto livello artistico: Das Amulett (1873), narrazione, da angolatura del tutto insolita, della strage di s. Bartolomeo; il romanzo Jürg Jenatsch (1876), l'opera sua più ampia e forse più popolare, rielaborazione di alcune vicende dell'età delle guerre di religione dei primi decennî del 16º sec.; la novella Der Schuss von der Kanzel (1878), forzatura di un tono umoristico evidentemente non congeniale. Assai migliori il romanzo Der Heilige (1880), ispirato alla figura di T. Becket, e la novella Plautus in Nonnenkloster (1882), nella quale è impostato il contrasto fra Rinascimento italiano e Riforma germanica. Seguirono le novelle Gustav Adolfs Page, Das Leiden eines Knaben (1883), Die Hochzeit des Mönchs (1884), e i romanzi Die Versuchung des Pescara (1887) e Angela Borgia (1891). Poco dopo una grande ripresa del male ne ottenebrò la mente. Nella ricerca di nuovi valori formali, nel processo di mediazione tra carica emotiva ed espressione lirica, l'opera, soprattutto poetica, di M. si colloca all'inizio di quella linea della lirica tedesca che passerà di lì a poco per l'opera di S. George e R. M. Rilke.