ACOMINATO NICETA, coniate ('Ακομινᾶτος Νικήτας ὁ Χωνιάτης)
Storico e teologo bizantino del secolo XII-XIII. Nato verso la metà del sec. XII a Chonae (l'antica Colossi), donde il soprannome Coniate, da ricchi genitori, fece a Costantinopoli gli studî letterarî, teologici e giuridici sotto la guida del fratello maggiore Michele. Scelta la carriera civile, salì rapidamente alle più alte cariche. Era governatore di Filippopoli nei difficili momenti del passaggio delle truppe di Federico Barbarossa (1189). Seppe con la sua abilità e col suo tatto conservarsi il favore degl'imperatori nei frequenti mutamenti avvenuti dopo Manuele I Comneno. Da ultimo cadde in disgrazia di Alessio V, poco prima dell'occupazione latina di Costantinopoli (1204). Debitore della salvezza alla generosità di un mercante veneziano, riparò con la moglie e i figli alla corte di Teodoro Lascaris a Nicea, dove tenuto in alta considerazione, attese nella quiete agli studî. Morì tra il 1210 e il 1220.
L'opera capitale di Niceta è la Storia (Χρονικὴ διήγησις) in 21 libri, che va dal 1180 al 1206. Vi si descrivono principalmente il regno di Manuele Comneno e le lotte intestine dopo la sua morte, il breve regno di Andronico Comneno, l'elevazione al trono della casa Angelo, la catastrofe dell'impero e della capitale bizantina negli anni 1203-04, e i primi due anni dell'impero latino. Soprattutto interessa la descrizione della presa e del saccheggio di Costantinopoli, da confrontare con le analoghe descrizioni del Villehardouin e di Paolo Rannusio. Benché scritta in uno stile ampolloso e sovraccarico di ornamenti retorici, quest'opera è una fonte storica di prim'ordine, quale racconto, in complesso imparziale, di avvenimenti di cui l'autore fu spettatore e attore, o di cui ebbe notizia da testimonî oculari Invece il trattatello sulle statue costantinopolitane abbattute dai crociati latini nel 1204 ha specialmente valore archeologico.
Denoluminoso Tesoro della fede ortodossa (Θησαυρὸς ὀρθοδοξίας o, meglio, Πανοπλία δογματική) in 27 titoli, una delle principali autorità per la storia del movimento ereticale e filosofico bizantino nel secolo XII, è stata sinora pubblicata soltanto piccola parte nella versione latina (libri I-V), o in estratti. Ma, secondo il Cavallera (v. v. bibl.), l'opera non merita un'edizione completa, perché è, in gran parte, una rielaborazione e amplificazione della Panoplia di Eutimio Zigabeno (v.). Fra le opere minori, prevalentemente d'intonazione retorica, sono da menzionare due panegirici ad Alessio II Comneno, due discorsi a Teodoro Lascaris, uno ad Isacco Angelo, in cui augura successo contro gl'intrighi dei crociati alemanni, e una poesia per le nozze di quest'imperatore con Margherita figlia di Bela III, re d'Ungheria.
Opere e Bibl.: Storia: Basilea 1557 (ed. principe), Parigi 1647, Venezia 1729, Bonn 1835 (nel Corpus scriptorum histor. byzantinae); Migne, Patrol. gr. CXXXIX, coll. 287-1088. le parti relative alle crociate in E. Miller, Recueil des historiens grecs des croisades, Parigi 1875, I; versioni italiane di G. Horologgi, Venezia, Valgrisi, 1562; di F. Sansovino, Venezia, Sansovino, 1562; di Lodov, Dolce, Venezia, Giolito, 1569 e 1571. Delle Statue (De Signis), in Banduri, Imperium Orientale, Parigi 1711, I, p. 3, pp. 107-114 (ediz. principe): in appendice alla Storia nelle ediz. di Bonn e nel Migne. Tesoro della fede ortodossa: in Migne, Patrol. gr. CXXXIX, coll. 1087-1444 e CXL, coll. 9-281; cfr. F. Cavallera, Le trésor de la foi orthodoxe de Nicétas Acominatos Choniate, in Bulletin de littérature ecclésiastique, 1913, pp. 124-137. Opere minori: presso Sathas, Bibliotheca graeca medii aevi, 1872, I, pp. 73-136; l'epitalamio è edito da G. Moravcsic, in Egyetemes Philologiai Közlöny, XLVII (1923), pp. 79-86; cfr. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, 2ª ed., pp. 91-92 e 281-285.