confine
. Ha il significato comune di " limite ", detto normalmente di luogo, in Cv III XV 16 poneva legge a l'acque che non passassero li suoi confini (dove D. traduce il passo di Salamone [Prov. 8, 27]: " legem ponebat aquis, ne transirent fines suos "); così in If XX 124 Ma vienne omai, ché già tiene 'l confine / d'amendue li emisperi e tocca l'onda / sotto Sobilia Caino e le spine; Pd XXVIII 54 in questo miro e angelico templo / che solo amore e luce ha per confine.
Ha valore figurato in If XXX 93 Chi son li due tapini / che fumman come man bagnate 'l verno, / giacendo stretti a' tuoi destri confini? (" dal suo lato ritto ", spiega il Buti); il Mattalia (ad l.) nota nel termine c. un suggerimento sottilmente ironico di cosa molto ampia, espansa, come il corpo di maestro Adamo.
Indica il limite giurisdizionale di una regione o di uno stato, in Pd XVI 54 Oh quanto fora meglio esser vicine / quelle genti ch'io dico, e al Galluzzo / e a Trespiano aver vostro confine, / che averle dentro; tale valore è documentato anche in G. Villani I 4 " La seconda parte del mondo si chiamò Affrica, la quale da levante comincia i suoi confini dal sopraddetto fiume del Nilo ".
Il termine, che potrebbe risalire anche al singolare ‛ confino ', pure usato nella lingua antica, ebbe anticamente il valore di " domicilio coatto ", " confino ", " luogo di relegazione ", come documentano D. Compagni (I 3 " sentenziò stesse alcuno tempo a' confini ") e M. Villani (II 71): " essendo già stato da dieci mesi a' confini, tanto seppe adoperare con un altro podestà, che rivocò i suoi confini ". Tale significato sembra assumere il termine, per designare il confino nell'Antipurgatorio: Pg XI 142 Quest'opera li [a Provenzan Salvani] tolse quei confini, per Benvenuto " liberavit a loco confinatorum extra Purgatorium "; invece, tra i commentatori moderni, il Barbi chiosa: " gli aprì i confini dell'Antipurgatorio ".
Forse per analogia indica la zona dell'atmosfera che è più lontana dalla terra, in Pg XXXII 111 Non esce mai con sì veloce moto / foco di spessa nube, quando piove / da quel confine che più va remoto, / com'io vidi calar l'uccel di Giove / per l'alber giù (vedi CONFINARE).