AMBASCIATORI, Conferenza degli
Durante la conferenza della pace di Parigi, fin dal luglio 1919, era stato deciso di costituire una commissione per l'interpretazione e l'esecuzione dei trattati di pace con sede nella stessa Parigi. Tale commissione cominciò i suoi lavori il 26 gennaio 1920 e, siccome si componeva, oltre che del ministro degli Esteri francese (o di un suo delegato), degli ambasciatori d'Inghiherra, d'Italia e del Giappone, accreditati in Francia, fu denominata "conîerenza degli ambasciatori". Essa si riuniva ordinariamente una volta alla settimana, il lunedì; il rappresentante francese ne era presidente; ogni membro era responsabile di fronte al proprio governo, da cui riceveva istruzioni; le decisioni dovevano essere prese all'unanimità. Aveva un segretariato, composto esclusivamente di funzionarî francesi, ciò che finiva necessariamente col dare una prevalenza alla Francia. Per qualche tempo le riunioni della conferenza si alternarono con quelle del Consiglio supremo delle potenze alleate, che però divennero in seguito sempre più rare e cessarono poi del tutto.
La conferenza degli ambasciatori aveva alla sua dipendenza varî organi interalleati (comitato militare detto "Comitato di Versailles"; commissioni per la delimitazione delle frontiere; commissioni militari, navali ed aeronautiche di controllo nei paesi ex-nemici). Soltanto la commissione delle riparazioni ha sempre funzionato all'infuori di essa, riferendo direttamente ai governi.
La competenza della conferenza si è andata gradatamente estendendo fino a comprendere tutte le questioni politiche dipendenti dalla guerra, che non fossero di dominio della Società delle nazioni. Fra gli argomenti di maggiore importanza da essa trattati ricorderemo: 1. opposizione ai tentativi di restaurazione asburgica (dichiarazione di principio del 4 febbraio 1920, confermata il 21 aprile 1921 in occasione del primo ritorno dell'ex-imperatore Carlo in Ungheria; nuova dichiarazione del 24 ottobre 1921 in occasione del secondo ritorno del medesimo in Ungheria); 2. delimitazione dei territorî contestati tra la Polonia e la Cecoslovacchia nelle regioni di Teschen, di Spiš e di Orava (28 luglio 1920); 3. costituzione della Città libera di Danzica (27 ottobre 192o); 4. unione della Bessarabia alla Romania (28 ottobre 1920); 5. contestazione fra l'Austria e l'Ungheria per il Burgenland (agosto-dicembre 1921); 6. spartizione fra Germania e Polonia del territorio plebiscitario dell'Alta Slesia, conformemente alle proposte del consiglio della Società delle nazioni (20 ottobre 1921); 7. indipendenza e frontiere dell'Albania, mandato all'Italia di tutelarle (9 novembre 1921); 8. frontiere della Polonia con la Lituania, la Lettonia, la Russia e la Rumenia (15 marzo 1923); 9. conflitto fra l'Italia e la Grecia per l'eccidio della missione Tellini (settembre 1923); 10. ritorno dell'ex-Kronprinz in Germania (novembre 1923).
Si è poi notata una reazione contro l'allargamento della sfera d'azione della conferenza degli ambasciatori, che è stata ricondotta agli stretti limiti dell'esecuzione e dell'interpretazione dei trattati di pace. Ormai tale sfera d'azione comprende principalmente l'occupazione e l'evacuazione della Renania e il disarmo della Germania, da cui il 21 gennaio 1927 è stata ritirata la commissione interalleata di controllo.
Bibl.: A. J. Toynbee, Survey of international affairs, 1920-1923, Oxford 1925.