condurre (conducere; conduchi, cong. pres. II singol.)
Con costrutto transitivo, nel significato proprio di " accompagnare ", " guidare ", il verbo s'incontra in Pg XIII 17 O dolce lume... / tu ne conduci, e 139; XXX 140; Pd II 8 Minerva spira, e conducemi Appollo, " guidami lo dio della poesia " (Buti), XXVI 11. In Fiore XXXVII 6 Dio... t'ha condotto a tale / ch'ogne vivanda mangi senza sale; XLVIII 4, L 14, LXVIII 5, CXXXII 10, cc 5, CCXXVIII 10. Più attenuato e in senso traslato, per " portare al punto di ", in Pg XXIII 85 m'ha condotto / a ber lo dolce assenzo d'i martìri / la Nella mia.
Con uso metaforico: Rime LXVII 9 i belli occhi... / aperse Amor con le sue mani / per conducermi al tempo che mi sface; XC 20 un disio... mi conduce.../ in rimirar ciascuna cosa bella; Vn XXIII 1 una dolorosa infermitade... mi condusse a tanta debolezza; XXIII 26 66 Lo imaginar fallace / mi condusse a veder madonna morta; Cv IV XII 4 le false traditrici... conducono l'umana volontade in vizio d'avarizia; XIII 2, XXVII 6; Pg I 69 de l'alto scende virtù che m'aiuta / conducerlo a vederti e a udirti; Pd X 86 lo raggio de la grazia.../ ti conduce su per quella scala / u' sanza risalir nessun discende. Il verbo è usato con valore figurato da Stazio, in Pg XXII 88 pria ch'io conducessi i Greci a' fiumi / di Tebe poetando: per il Vellutello, e prima di lui per il Lana, l'Ottimo, Benvenuto e il Landino: " prima che io descrivendo la Tebaide venissi a dire come Adrasto con gli altri Greci e con Polinice giungessero a' fiumi di Tebe "; il Lombardi e il Tommaseo semplificano: " prima ch'io componessi la Tebaide ".
Nel senso di " trasportare ", " spingere innanzi ", in Rime c 17 lo vento... passa il mare, onde conduce copia / di nebbia tal che, s'altro non la sturba, / questo emisperio chiude tutto e salda, e, figuratamente, in Pg VII 71 un sentiero schembo/... ne condusse in fianco de la lacca.
La locuzione ‛ c. a morte ' ed espressioni affini s'incontrano in Vn XIV 2 fidandomi ne la persona la quale uno suo amico a l'estremitade de la vita condotto avea, dissi; Rime LXVIII 1 Lo doloroso amor che mi conduce / a fin di morte; XC 57 non soffrir che costei / per giovanezza mi conduca a morte; If V 106 Amor condusse noi ad una morte. In Pg XX 33 è detto che s. Nicola di Bari dotò tre pulcelle per condurre ad onor lor giovinezza, cioè fece sì che la loro giovinezza restasse onorata, non dovendo esse per mancanza di dote diventare peccatrici. Cfr. il latino uxorem ducere.
Il verbo c. vale " reggere ", " governare ", in If XXVII 50 Le città di Lamone e di Santerno / conduce il lïoncel dal nido bianco; figuratamente, in If XVI 64 Se lungamente. l'anima conduca / le membra tue , e in Cv III VI 12 la sua anima... lo [il corpo] conduce sì come cagione propria.
Con la connotazione di " indurre ", e quindi " costringere ", in If XVIII 56 I' fui colui che la Ghisolabella / condussi a far la voglia del marchese.
Vale " determinare ", " provocare ", " far succedere ", in Cv III Amor che ne la mente 32 (ripreso in XIII 10) La sua anima pura, / che riceve da lui questa salute, / lo manifesta in quel ch'ella conduce; XIII 11 Lo quale amore manifesto è nel viso de la Sapienza, ne lo quale esso conduce mirabili bellezze.
Con costrutto assoluto il verbo compare in If VII 74 Colui lo cui saver tutto trascende, / fece li cieli e diè lor chi conduce: sono le sustanze separate da materia, cioè intelligenze, le quali la volgare gente chiamano Angeli (Cv II IV 2), il cui compito è di " muovere " i cieli, per cui sono detti movitori (II IV 2), motori (II VI 1), Intelligenze motrici (III VI 5); in Pg XIII 18 come condur si vuol quinc'entro, e, figuratamente, in Pg IV 63 quello specchio [il sole] / ... sù e giù del suo lume conduce. Nella forma passiva, in senso proprio, il verbo torna in Vn XIV 1 io fui condotto per amica persona, e Rime dubbie XXVIII 9 'n questo pensando si conduce / la vita a morte; nel participio passato, in Pg XXXII 76 Pietro e Giovanni e Iacopo condotti / e vinti, ritornaro a la parola / da la qual furon maggior sonni rotti. (Per Pg IV 29, v. CONDOTTO). Con lo stesso valore, in Fiore CXIV 14 avere spezieria che potesse / conducersi in la terra d'oltre mare. Nel senso di " essere trascinato ", " incorrere ", in If V 57 libito fé licito in sua legge, / per tòrre il biasmo in che era condotta. Con costrutto riflessivo, nel senso di " muoversi ", il verbo compare in Cv IV XXVI 6 uno sciolto cavallo... per sé, sanza lo buono cavalcatore, bene non si conduce, e di " comportarsi ", in Pg V 6 come vivo par che si conduca; è seguito dall'infinito preceduto dalla preposizione ‛ a ', nel senso di " ridursi ", " risolversi ", in If XXXII 6 non sanza tema a dicer mi conduco, e Pg XI 138 si condusse a tremar per ogni vena. Con lo stesso valore, in Fiore CXLIX 14 Or convien, figlia mia, che tu ti guardi / che tu non ti conduchi a tale strezza.
In If XII 87 necessità 'l ci 'nduce, e non diletto legge il Petrocchi; altri manoscritti (cfr. Introduzione 176, e ad l.) hanno il conduce; ma il senso dell'espressione non sembra variare, sia che si accetti l'una sia l'altra lezione.