condotte
condótte s. f. pl. – Le infrastrutture per il trasporto di idrocarburi dai luoghi di produzione a quelli di consumo sono generalmente indicate con il termine di c.; esse si distinguono in oleodotti, nel caso di trasporto del petrolio, e gasdotti quando a essere trasportato è il gas naturale. Le c. sono un sistema alternativo al trasporto via mare (tramite navi cisterne o metaniere) o via terra (su strada o ferrovia) e la scelta tra le due modalità dipende da una serie di elementi. I costi d’investimento e di esercizio sono tra quelli che vanno sicuramente valutati, ma nel corso del primo decennio del 21° secolo si sono imposte motivazioni legate soprattutto al valore strategico delle c., fortemente condizionato dai mutamenti degli equilibri geopolitici determinatisi all’indomani della dissoluzione dell’Unione Sovietica. Il vuoto di potere che ne è seguito in un’area particolarmente rilevante per le relazioni internazionali, compresa tra il Mar Nero e la Cina, ha favorito l’affermarsi delle rivendicazioni delle potenze regionali, desiderose di affrancarsi definitivamente dal controllo russo; al tempo stesso, si è aperto un varco per il diretto coinvolgimento degli Stati Uniti nell’area. Si erano create le condizioni adatte alla realizzazione di un corridoio di trasporto lungo la direttrice est-ovest delle risorse petrolifere del Mar Caspio e delle repubbliche dell’Asia centrale, capace di escludere qualsiasi interferenza russa e di negare all’Iran la possibilità di sfruttare la sua posizione geograficamente favorevole per il transito di tali risorse. La concretizzazione di tutte queste istanze si è avuta nel 2005, con l’inaugurazione dell’oleodotto BTC (dal nome delle città che attraversa: la capitale dell’Azerbaijan Baku; la capitale della Georgia Tbilisi e la città di Ceyan sulla costa della Turchia sud-orientale). Anche da parte europea si è tentato di attuare una strategia energetica mirata a sottrarsi alla dipendenza delle c. russe. Ponendosi nell’ottica della diversificazione del mix energetico e dell ampliamento del ventaglio delle fonti di approvvigionamento, le istituzioni europee hanno rafforzato le relazioni economico-commerciali con le repubbliche dell’Asia Centrale, sostenendo la creazione di corridoi energetici alternativi, come per esempio il gasdotto Nabucco, destinato a collegare la Turchia all'Austria attraverso la Romania, la Bulgaria e l'Ungheria. A fronte della strategia europea, la Russia ha reagito sostenendo c. alternative: il gasdotto South stream è progettato per attraversare il Mar Nero e la Bulgaria; si prevede che dalla Bulgaria partano poi due direttrici: una verso nord ovest (Romania, Ungheria, Repubblica Ceca e Austria) e una verso sud ovest (Grecia ed Italia). È stato invece già realizzato (aprile 2012) il North Stream, un gasdotto di 1.224 chilometri, con una capacità di 55 miliardi di m3 annui, che porta il gas russo in Germania attraverso il Mar Baltico. In tal modo l'Ucraina sarà isolata dal mercato del gas, impedendo a quest'ultima di lucrare sui traffici energetici che passano sul suo territorio.