Marshall-Lerner, condizioni di
Condizioni formulate da A. Marshall (➔) e A.P. Lerner (➔) e separatamente anche da J. Robinson (➔), secondo cui il deprezzamento del tasso di cambio provoca un miglioramento della bilancia commerciale (originariamente in pareggio) se la somma delle elasticità della domanda di importazioni ed esportazioni rispetto al prezzo risulta superiore all’unità. Se il prezzo delle merci scambiate internazionalmente viene fissato nella valuta di chi le produce (ipotesi di prezzo del produttore), il deprezzamento del tasso di cambio (della moneta nazionale) induce due effetti: un aumento del prezzo pagato in valuta nazionale delle importazioni del Paese domestico e quindi, a parità di quantità, un incremento del valore delle importazioni; una diminuzione del prezzo in valuta estera delle importazioni del Paese estero (che corrispondono alle esportazioni del Paese domestico). Si assisterà, perciò, a una diminuzione delle quantità importate dal Paese domestico e a un aumento delle esportazioni dal Paese domestico verso il Paese estero: queste variazioni risulteranno tanto maggiori quanto più elastiche sono le rispettive funzioni di domanda. Nel caso limite opposto, in cui le elasticità della domanda di importazioni ed esportazioni fossero pari a 0, si manifesterebbe solo l’effetto prezzo, ma non l’effetto quantità. Il saldo di bilancia commerciale non potrebbe che peggiorare, in quanto si avrebbe solo un maggior valore dell’importazione a parità di valore delle esportazioni. Tale esempio spiega la logica sottostante il cosiddetto effetto J (➔ J-curve), secondo cui l’impatto iniziale di un deprezzamento del tasso di cambio sulla bilancia commerciale è negativo. Infatti, nel breve periodo si manifestano unicamente le conseguenze (negative) dell’effetto prezzo, mentre le quantità scambiate non vengono alterate, in quanto vincolate al rispetto di contratti preesistenti il deprezzamento.