condizionamento operante
Paradigma sperimentale per lo studio dell’apprendimento nell’uomo e negli animali, scoperto dallo psicologo americano Burrhus F. Skinner nella prima metà del XX secolo. Nel condizionamento operante di quell’epoca, il soggetto sperimentale (di solito un animale) viene posto in un apparato sperimentale chiamato scatola di Skinner (Skinner box), costituito da una gabbietta con pavimento elettrificato, alcuni stimoli sonori come luci colorate e un altoparlante e, infine, una levetta manipolabile dall’animale (manipulandum). Un rotolo di carta con penna automatica registra il numero di pressioni sul manipulandum. Tramite ripetute sessioni di apprendimento l’animale comprende che l’utilizzo della leva serve per ottenere piccole porzioni di cibo (il cosiddetto rinforzo). Tale comportamento può essere posto sotto condizione (ovvero, controllato) da stimoli condizionati come, per es., l’accensione di una luce rossa ma non di una luce verde, o soltanto quando è presente un suono di una certa altezza nella gabbia. Tramite la scatola di Skinner, è possibile studiare l’effetto di diversi ritmi e frequenze di somministrazione del rinforzo, sul ritmo di pressione della leva. I programmi di rinforzo si distinguono tra quelli a rinforzo continuo (1 risposta = 1 rinforzo) e variabile, in cui le risposte non sono più tutte indistintamente utili per avere un rinforzo. Tra questi ultimi, esistono quelli a intervallo, in cui un nuovo rinforzo è disponibile soltanto se il comportamento richiesto si presenta entro certi limiti temporali dal rinforzo precedente (intervallo fisso o variabile tra un minimo e un ;massimo). Ci sono inoltre i programmi a rapporto, in cui un rinforzo viene erogato soltanto dopo un certo numero di risposte: rapporto fisso, per es., 5 risposte = 1 rinforzo; oppure rapporto variabile, per es. da 3 a 7 risposte = 1 rinforzo, dove però il soggetto non conosce esattamente quante risposte sono necessarie di volta in volta. (*)