condensazione di Claisen
Reazione di autocondensazione di un estere in presenza di una base forte, con formazione di un β-chetoestere. Un esempio è la condensazione dell’acetato di etile, con formazione di acetoacetato di etile:
O
ǁ
2CH3COCH2CH3→
O
ǁ
→CH3CCH2CO2CH2CH3+CH3CH2OH
Il prodotto formato è un β-chetoestere perché contiene un gruppo carbonilico di tipo chetonico in posizione β (cioè distanziato di un atomo di carbonio) rispetto al gruppo carbonilico estereo. La reazione avviene mediante i seguenti stadi reversibili: (a) deprotonazione dell’estere da parte della base forte in posizione α rispetto al gruppo carbonile con formazione del carbanione –CH2CO2CH2CH3 (enolato); (b) attacco del carbanione, dotato di forti caratteristiche nucleofile, al gruppo carbonile di una seconda molecola di estere, con formazione di un addotto intermedio; (c) espulsione del gruppo acetossi, CH3CH2O− (gruppo uscente), con formazione del prodotto. In presenza della base, il β-chetoestere viene prodotto in forma di carbanione, essendo anch’esso deprotonato dalla base. La reazione viene completata da un’idrolisi che permette di ottenere il prodotto in forma neutra. La condensazione di Claisen rientra nell’ampia classe delle reazioni di nucleofili al carbonio con gruppi carbonilici e ha come risultato finale quello di acilare il carbanione, cioè di legare a esso un gruppo acile –RCO. Come base forte viene frequentemente usato un alcossido. Per evitare che si formino miscele di prodotti a causa dell’interconversione dell’estere, l’alcossido usato deve essere lo stesso contenuto nella porzione alcolica dell’estere di partenza. Per esempio, nel caso dell’acetato di etile la base da usare è l’etossido di sodio NaOCH2CH3.