CONCORDIA SAGITTARIA (XI, p. 82)
Scavi recenti hanno provato che il vicus romano insisteva su un primitivo nucleo paleoveneto, poi celtico. L'importanza di C. S. è confermata nel 2°-1° secolo a. C. dalla costruzione di una strada di cui restano ben sei miliari di età augustea, esempio rarissimo nelle Venezie, che l'univa al Norico senza passare per Aquileia (L. Bosio, Itinerari e strade della Venetia romana, Padova 1970, pp. 173-77). Si conservano anche in situ i resti di due ponti a tre arcate, uno col nome del suo costruttore Manio Acilio Eudamo.
Che C. S. abbia vissuto per secoli la tranquilla vita d'una cittadina di provincia è attestato dal materiale epigrafico e artistico frutto dei primi scavi condotti da D. Bertolini a partire dal 1872, scavi che portarono alla scoperta della ricca necropoli lungo la via Annia (che saliva da Adria per Aquileia) tanto verso nord come verso sud: il materiale recuperato è nel museo di Portogruaro. Nelle iscrizioni trovano riscontro le vicende civili e religiose della colonia. I frammenti architettonici nella varietà di motivi, alcuni dei quali risalgono all'età repubblicana, le stele, i monumenti sepolcrali, i pochi sarcofagi, i ritratti, gli stessi mosaici pavimentali sono il segno non tanto di grande originalità quanto di benessere e serenità di vita.
L'importanza comunque di C. S. si accentua col 4° sec. d. C. quando vi si fonda una fabbrica d'armi (in tutta la X Regio se ne conosce solo un'altra a Verona). Vi prendono inoltre stanza truppe mobili al comando degl'imperatori formate da numeri di soldati germanici di varia origine e di addetti alla fabbrica di armi. Così attestano le iscrizioni delle loro sepolture in sarcofagi trovati nella parte alta della menzionata necropoli. Nello stesso luogo tornarono però alla luce anche i sarcofagi di ben 12 Siriani ricordati in iscrizioni greche che costituiscono il maggior complesso unitario di questo tipo nell'Italia settentrionale. Sono probabilmente civili addetti a lavori non meglio precisati o commercianti attratti dalla vicinanza delle truppe.
A partire dal 1950 scavi successivi e non ancora del tutto ultimati hanno messo in luce, nei pressi della chiesa parrocchiale e del battistero romanico, una prima basilica a tre navate costruita di fianco a una zona sepolcrale ancora di buona epoca e a una cappella trichora o martyrium (3°-5° secolo d. C.). Essa è ricca di mosaici e appare rimaneggiata, segno di vita abbastanza lunga, nella parte absidale. Distrutta questa prima basilica dalla grave alluvione della fine del 60 secolo, i fedeli ne costruirono un'altra pure a tre navate ma assai più povera, che si valse del martyrium come abside. Ebbe davanti un quadriportico, accanto un'altra zona sepolcrale, la sola che ci conservi in parte l'aspetto della necropoli scoperta nel 1872.
Bibl.: G. Brusin, Concordia Sagittaria, in Enc. Arte Ant., II, pp. 780-1; B. Scarpa Bonazza, B. Forlati e altri, Julia Concordia dall'età romana all'età moderna, Treviso 1962, pp. 1-138; G. Fogolari, La maggior basilica paleocristiana di Concordia, in Atti III Congresso naz. di Archeol. cristiana, Centro antichità Alto adriatiche, VI, Udine 1974.