Vedi CONCORDIA SAGITTARIA dell'anno: 1959 - 1994
CONCORDIA SAGITTARIA (ν. vol. II, p. 780)
La colonia Iulia Concordia fu fondata nel sito di un abitato pre- e protostorico che sorgeva su un dosso ai margini di un sistema endolagunare. I reperti più antichi risalgono al Bronzo Finale; l'Età del Ferro è documentata da una produzione ceramica che trova confronti nell'ambito della civiltà paleoveneta.
L'impianto urbanistico di epoca romana, sovrappostosi alle modeste strutture preesistenti, è risultato finora, grazie ai risultati di saggi e campagne di scavo, corrispondente alla pianta disegnata nel 1880; sono confermati infatti l'orientamento delle strade, l'andamento della cinta muraria d'epoca augustea, della quale è stato messo in luce il tratto nord-orientale, l'esistenza e l'ubicazione del teatro di cui rimangono le sostruzioni. Negli ultimi anni si è rinvenuto un lungo tratto della strada uscente dalla porta urbica orientale e nelle sue adiacenze, subito fuori le mura, un grande complesso articolato in corpi paralleli composti di piccoli vani in successione in cui sono stati riconosciuti gli horrea, i magazzini urbani.
Città fiorente nei primi due secoli dell'Impero, ebbe un ulteriore sviluppo in epoca tardoantica grazie alla sua vicinanza ad Aquileia, roccaforte del confine orientale; al III sec. risalgono le terme, si suppone pubbliche, costruite nel settore urbano NE presso e oltre le mura di cinta non più funzionali. Degli inizi del III sec. d.C. è anche l'unico pavimento musivo policromo rinvenuto in C., in cui sono rappresentate le Tre Grazie nude, abbracciate, secondo un ripetuto schema di derivazione ellenistica.
Alla fine del IV sec., quando la città divenne sede vescovile, fu costruita la Basilica Apostolorum ricordata da Cromazio vescovo di Aquileia nel sermone XXVI in dedicatione ecclesiae. Il grande edificio (m 20 x 40), scoperto nel 1958 a Ν della trichora, è tutto pavimentato in mosaico a scomparti con motivi geometrici che trovano analogie con esemplari orientali e nord-africani; a tratti sono inseriti riquadri con nomi di fedeli che donarono parte del tappeto musivo. L'aula è divisa in tre navate da una doppia fila di colonne: un lungo corridoio (solea), porta alla parte presbiteriale rialzata e chiusa sul fondo da un'abside interna con un gradino per il clero e tre gradini centrali per la cattedra del vescovo. Una bella lastra romana in pietra, decorata da grossi fiori, costituisce la base dell'altare; essa copre parte del loculo che conteneva le reliquie dei Santi Apostoli cui era dedicata la chiesa. Alla basilica descritta si affianca una basilica minore formata dalla trichora che in un momento imprecisato del V sec. venne ampliata con l'aggiunta di un corpo a tre navate e da un ampio cortile lastricato antistante. Gli edifici furono distrutti nel corso del VI sec. d.C.; sulle rovine che recano tracce di incendio si depositò uno spesso pacco di sabbia dovuto a varie alluvioni, in una delle quali è forse da riconoscere quella ricordata da Paolo Diacono (Hist. Lang., IlI, 23).
Nell'Alto Medioevo si costruì sopra la Basilica Apostolorum una chiesa a tre absidi: di essa restano pochi lacerti murari, quattro pregevoli plutei e un ambone decorati a rilievo.
Bibl.: B. Forlati Tamaro, Gli edifici paleocristiani di Iulia Concordia, in AttiVenezia, 1958-1959, p. 233 ss; G. Brusin, P. L. Zovatto, Monumenti romani e cristiani di Iulia Concordia, Pordenone i960; I. Furlan, Architettura del complesso paleocristiano di Iulia Concordia: revisione e proposte, in Scritti storici in memoria di P. L. Zovatto, Milano 1972, pp. 79-95; G. Fogolari, La maggior basilica paleocristiana di Concordia. Relazione preliminare, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana, Trieste 1974, pp. 267-295; B. Forlati Tamaro, G. Fogolari, Concordia paleocristiana, in Iulia Concordia dall'età romana all'età moderna, Treviso 1978, pp. 141-207; L. Bertacchi, Concordia, in G. Pugliese Carratelli (ed.), Da Aquileia a Venezia, Milano . 1980, pp. 311-331; P. Croce Da Villa, Note interpretative, in QuadAVen, III, 1987, pp. 86-88; id., Concordia e il suo territorio, in II Veneto romano, Veronal 1987, pp. 393-489.