MARCHESI, Concetto (App. I, p. 820)
Latinista, morto a Roma il 12 febbraio 1957. Dopo la caduta del fascismo (luglio 1943) era stato nominato rettore dell'univ. di Padova, ma, instaurata la repubblica di Salò e in atto l'occupazione tedesca, esulò in Svizzera indirizzando (10 dicembre 1943) un nobile Appello agli studenti dell'Università di Padova che invitò alla resistenza contro i nazifascisti. Socialista dal 1895, nel secondo dopoguerra partecipò vivamente alla vita politica nelle file del Partito Comunista Italiano (al quale aveva aderito dal 1921) come deputato alla Costituente (1946) e nella 1ª (1948) e 2ª (1953) legislatura repubblicana.
Tra i più recenti scritti umanistici del M. si ricordano: Voci di antichi, Roma 1946; Il libro di Tersite, Milano 1950; Divagazioni, Venezia 1951; Il cane di terracotta, Bologna 1954, nei quali ha raccolto, oltre a scritti di fantasia, saggi su scrittori latini, dal 1° sec. a. C. al 1° d. C., su Omero e su alcuni autori cristiani. Ma attività preminente del M., nel secondo dopoguerra, fu quella politica: polemista vivacissimo, collaborò a l'Unità e a varî periodici comunisti, sostenne in varî scritti un "umanesimo marxista" dal quale la libertà e la dignità umane, non che essere avvilite, sarebbero anzi esaltate. Di questa attività politica del M. sono testimonianza: Pagine all'ombra, Padova 1946, ove sono ristampati anche documenti e scritti del 1943-44; l'opuscolo autobiografico Perché sono comunista, Milano 1956; Scritti politici di C. M. (postumi, a cura di M. Todaro Faranda), Roma 1958.
Bibl.: Necrologio di N. Terzaghi, in Atene e Roma, n. s., II (1957), pp. 126-128; A. Mazzarino, Quel che dobbiamo a C. M., Roma 1958; Saggio di bibliografia di Concetto Marchesi, in La Parola del Passato, XII (1957), pp. 142-160.