PICA, Concetta Luisa Annunziata
PICA, Concetta Luisa Annunziata (Tina). – Nacque a Napoli il 7 febbraio 1888 in vico Tagliaferri 58, oggi via Antonio Villari, non lontano dal teatro San Ferdinando, secondogenita di Giuseppe (1855-1935) e Clementina Cozzolino, a loro volta attori. Il padre fu uno dei migliori interpreti di Don Anselmo, trasposizione napoletana della maschera seicentesca di Tartaglia.
Tina Pica debuttò a sette anni in un ruolo maschile, scelta da Federico Stella al teatro San Ferdinando per Il cerinaio della ferrovia di Eduardo Menichini. Nel corso della sua carriera vestì altre volte l’identità di un uomo sulle scene, come quando interpretò il personaggio di Amleto in una versione napoletana del dramma di Shakespeare. Sul palcoscenico fu spesso impegnata in ruoli drammatici molto apprezzati dal pubblico, come Emma nella Morte civile di Paolo Giacometti e come una delle prime interpreti di Assunta Spina, protagonista dell’omonimo testo teatrale di Salvatore Di Giacomo. Negli anni Venti formò una compagnia stabile al teatro Cabiria di Bagnoli dove mise in scena soprattutto drammi a forti tinte come Il ponte dei sospiri, Il fornaretto di Venezia, La fanciulla di Pompei, Malìa, La figlia del condannato. Si cimentò poi in altri generi tra i quali la sceneggiata, ingaggiata da noti artisti del settore: la compagnia Cafiero-Fumo, Amedeo Girard, Mimì Maggio, Oscar di Maio.
Nella stagione teatrale 1931-32 lavorò nella compagnia Teatro umoristico I De Filippo, diretta da Eduardo; il debutto avvenne il 25 dicembre 1931 al teatro Kursaal (oggi Filangieri) con Natale in casa Cupiello. Dopo nove mesi la compagnia si spostò prima in altri teatri partenopei, quindi in tournée al Chiarella di Torino, al Valle di Roma, al Casinò di Sanremo, al Margherita di Genova, all’Arena del Sole di Bologna. Tina Pica continuò a girare per i teatri italiani con i De Filippo fino alla stagione 1936-37. In quegli anni il noto drammaturgo, regista e critico teatrale Renato Simoni, tra l’altro collaboratore di spicco del Corriere della Sera, con le sue annotazioni sempre positive contribuì alla consacrazione dell’attrice.
Fu scritturata dalla compagnia di rivista Molinari nel 1938, in seguito formò una compagnia prima con Vincenzo Scarpetta poi con Agostino Salvietti ed Enzo Turco. Partecipò ad alcuni spettacoli di Michele Galdieri, come la rivista È bello qualche volta andare a piedi, messa in scena al teatro Valle nel novembre del 1941. Per un lungo periodo recitò al Diana di Napoli con Salvietti, Raffaele Di Napoli e Girard: questa sala fu una delle poche a non interrompere l’attività durante il secondo conflitto mondiale.
Rientrò nella nuova compagnia Il teatro di Eduardo alla fine della guerra. Il 25 marzo 1945 presentarono Napoli milionaria al San Carlo di Napoli, in seguito si spostarono a Roma al Salone Margherita, all’Eliseo e al Quirino. Il 7 gennaio 1946 fu la volta di Questi fantasmi al teatro Eliseo, mentre il 7 novembre debuttò Filumena Marturano prima al Politeama di Napoli e dopo in giro per l’Italia in cui recitò nel ruolo di Rosalia. Il sodalizio con Eduardo proseguì ancora nella stagione successiva, quando le loro strade si divisero fino al 1954.
Il rapporto tra i due non fu sempre facile per il forte temperamento di entrambi. L’attrice non ammetteva troppe ingerenze nel suo lavoro, tanto da risentirsi perfino con Luigi Pirandello, che a suo dire la interrompeva troppo spesso durante le prove. Con i De Filippo Pica ebbe probabilmente le più grandi affermazioni sul palcoscenico ed Eduardo inventò per lei personaggi che rimasero impressi nella memoria del teatro umoristico.
Nella primavera del 1955, dopo una pausa cinematografica, si ripresentò a Eduardo per riprendere il suo posto in compagnia, ma fu liquidata perché non necessaria in quel momento. A questo punto l’attrice scelse definitivamente il cinema, nel quale in seguito alla partecipazione a Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini (1953) aveva riscosso un enorme successo personale. In realtà aveva esordito davanti alla macchina da presa nel periodo muto con Carmela, la sartina di Montesanto e Ciccio, il pizzaiuolo del Carmine, entrambi diretti da Elvira Notari nel 1916; con l’avvento del sonoro interpretò Il cappello a tre punte con Eduardo, Peppino e Leda Gloria (1934) e Fermo con le mani, al fianco di Totò, nel 1937; nel dopoguerra tra le altre si distinse in Filumena Marturano di Eduardo (1951) e Processo alla città di Luigi Zampa (1952). Ma la popolarità arrivò negli anni Cinquanta dopo aver vestito i panni di Caramella nella serie dei film Pane, amore e... Con Pane amore e gelosia vinse nel 1955 il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista. Da quel momento partecipò a numerose pellicole, alcune delle quali ritagliate su di lei, sulla sua figura esile dall’indimenticabile voce grave, come La nonna Sabella di Dino Risi (1957), La nipote Sabella di Giorgio Bianchi (1958), Arriva la zia d’America (1956), La zia d’America va a sciare (1958), La sceriffa (1959), La Pica sul Pacifico (1959), questi ultimi di Roberto Bianchi Montero, ma anche Mia nonna poliziotto di Steno (1958). L’ultimo film al quale prese parte fu Ieri, oggi e domani di Vittorio De Sica (1963).
Nel corso della sua lunga carriera teatrale fu capocomica in varie compagnie e commediografa e tradusse in dialetto napoletano alcuni testi come San Giovanni decollato del siciliano Nino Martoglio.
Dalle testimonianze di parenti, amici e compagni di lavoro, che ne parlarono sempre con affetto e spesso con deferenza, si ottiene il ritratto di una donna molto religiosa e superstiziosa, che non nascondeva le sue debolezze per il gioco e il fumo.
Tina Pica si unì in matrimonio una prima volta nel 1912 con Michele Ferrari, un orefice patito di teatro, che morì d’infarto dopo sei mesi, così come la figlia nata dalla loro unione, che si spense a soli quattro mesi. Nel 1935 si risposò con Vincenzo Scarano, appuntato di Pubblica Sicurezza con il quale scrisse alcune commedie, come L’onorevole Pipì e Giacomino e la suocera. Rimase vedova nel 1967 e morì a Napoli il 15 agosto 1968 a casa del nipote Giuseppe, dove ormai risiedeva. Fu sepolta al cimitero Nuovissimo, nella cappella Carità del Signore.
Fonti e Bibl.: Enciclopedia dello spettacolo, XXVIII, Roma 1961, ad vocem, p. 99; F.M. De Sanctis, T. P., in Filmlexicon degli autori e delle opere, V, Roma 1962, pp. 586-587; M. Avitabile, Le Maggiorate, il Principe e l’ultimo degli onesti. 30 Storie inedite su Totò, la Loren, la Lollo, Tina Pica, i De Filippo, De Sica, Walter Chiari e... raccontate da Giacomo Furia, Napoli 1997; G. Marinelli, T. P., Napoli 1999; E. Lancia, T. P., in E. Lancia - R. Poppi, Dizionario del cinema italiano. Le attrici, Roma 2003, pp. 286-287; E. Siciliano, Pica Tina, in Enciclopedia del cinema, IV, Roma 2004, ad vocem.