COMUNEROS
Nome dato agli abitanti dei comuni spagnoli ribelli a Carlo V nel sec. XVI e a quelli dei comuni del Paraguay e della Nuova Granata (Colombia) ribelli alla Spagna nel sec. XVIII. Più famosa e nota è la prima accezione. In seguito ai primi atti di governo di Carlo V (I in Spagna), straniero alla Spagna, alla convocazione delle Cortes a La Coruña e ai sussidî colà votati, si ribellarono nel 1520 Toledo e Segovia, presto seguite da Toro, Guadalajara, Madrid, Ávila, Soria, Burgos e Valladolid. In Segovia fu ucciso il procuratore D. Rodrigo de Tordesillas; e i Segoviani, sotto il comando di Juan Bravo e di Juan Padilla, sconfissero l'alcalde Ronquillo, inviato contro di loro. Irritato, questi incendiò Medina del Campo. I rivoltosi si riunirono ad Ávila e fu costituita una giunta presieduta da D. Pedro Laso de la Vega. Dopo una visita fatta a Giovanna la pazza a Tordesillas, fu deciso d'inviare una lettera al re, con cui si chiedeva che permettesse di esportare la moneta del paese; che autorizzasse il porto d'armi; che ogni villaggio del regno nominasse due procuratori alle Cortes, uno nobile ed uno tratto dal ceto dei lavoratori; che il re non avesse la facoltà di eleggere corregidores; che non potesse dichiararsi la guerra senza l'autorizzazione delle Cortes. Il re rispose con la nomina di D. Fadrique Enríquez e di D. Íñigo de Velasco a governatori della Castiglia. Antonio de Acuña, vescovo di Zamora, animò i suoi partigiani rivoltosi; e l'entusiasmo suscitato da lui asvrebbe aqvuto buon effetto, se non fosse stato nominato generale degl'insorti D. Pedro Girón, il quale tradì la causa. Il comando passò a Juan Padilla; ma nella battaglia di Villalar i ribelli furono pienamente sconfitti (23 aprile 1521). Il giorno seguente furono giustiziati i tre capitani degl'insorti castigliani: Juan Padilla, Juan Bravo di Segovia e Francisco Maldonado di Salamanca, che con animo sereno andarono al patibolo. Dopo la sfortunata battaglia, la vedova di Padilla si rifugiò nel Portogallo. Questa rivolta aveva, in sé stessa, moventi che potevano giustificarla, almeno da principio, ma poi degenerò per l'infiltrarvisi d'interessi estranei. In ultimo, prese un carattere economico-sociale che viene studiato con grande interesse (v. spagna: Storia).
Bibl.: Du Hamel, La Ligue d'Avila ou l'Espagne en 1520, parigi 1840; E. Martínez de Velasco, Comunidades, germanías y Asonadas (1517-1522), Madrid 1844; V. de la Fuente, Las Comunidades de Castilla y de Aragón, Sociedad geográfica de Madrid, VIII, n. 3, p. 193; A. Rodríguez Villa, La vida de Juan de Padilla. Relación histórica del siglo XVI, in Revista europea, 12 gennaio 1879; Ferrer del Rio, Historia del levantamiento de las Comunidades de Castilla, Madrid 1850; M. K. von Höfler, Der Aufstand der castillianischen Städte gegen Kaiser Karl V, Praga 1876; Manuel Danvila, Historia crítica y documentada de las Comunidades de Castilla, in Memorial Histórico Español, XXXV-XL, Madrid 1897-1900; E. Díaz Jiménez y Molleda, Historia de los Comuneros de León y de su influencia en el movimiento general de Castilla, Madrid 1916; K. Haebler, Zur Geschichte der kastilischen Comunidades, in Historische Zeitschrift, LIX (1905), p. 385; H. L. Seaver, The great revolt in Castile, the comunero movement 1520-21, 1928.