comunemente
. L'avverbio, a differenza dell'aggettivo da cui deriva, compare nell'opera dantesca ben poche volte: in due passi paralleli del Convivio, e in Rime dubbie XX 4. L'uso è, in tutti e tre i casi, quello dell'italiano antico, in diretta relazione con l'etimologia e in corrispondenza con l'avverbio communiter: c. vale, infatti, " in comune ", " insieme ".
Ciò risulta evidente non solo nei due passi del Convivio (III V 1 io commendo questa donna interamente e comunemente, sì ne l'anima come nel corpo, e VII 1 Commendata questa donna comunemente, sì secondo l'anima come secondo lo corpo), passi nei quali l'avverbio è in contrapposizione con l'aggettivo speziale e l'avverbio spezialmente, ma anche in Rime dubbie XX 4 Tre pensier... / comunemente fannomi morere; questo verso infatti non significa: " tre pensieri mi fanno solitamente morire ", bensì " tre pensieri, quando mi vengono in mente tutti insieme, mi fanno morire ", mentre presi uno per uno " mi fanno disperare ", " mi provocano angoscia e dolore ": ciaschedun per sé mi dà penare (v. 3).