COMPUTISTERIA
Deriva direttamente da computista, e computista da computatio, da cui i derivati computare, computo, ecc. In passato si è voluto indicare con questa voce, da alcuni studiosi, e fra questi da Fabio Besta, la ragioneria applicata alle imprese, e da altri studiosi i primi elementi della ragioneria. Quest'ultimo significato può trovare la sua giustificazione nel fatto che si suole chiamare computista chi è ai primi passi della carriera contabile (spagnolo contador, e contadoria per indicare gli uffici), e ragioniere chi occupa i gradi più alti. Il diploma di computista si rilascia presentemente ai licenziati dalle scuole commerciali, e quello di ragioniere commerciale, ai licenziati dagl'istituti commerciali.
Oggi, la quasi totalità degli studiosi di ragioneria conviene nel ritenere la computisteria come la disciplina che ha per oggetto la risoluzione dei problemi che si presentano nella valutazione dei fatti economico-amministrativi delle aziende e la dimostrazione di essi in tutte quelle forme prospettiche che possono essere necessarie. I calcoli relativi alle operazioni a breve scadenza, quali gl'interessi, sconti e loro applicazioni ai conti correnti e ai cambî, gli adeguati, la regola congiunta, i riparti, ecc., e tutte le operazioni a lunga scadenza, come interessi e sconti composti e loro applicazione per la determinazione delle annualità di capitalizzazione e di ammortamento di debiti, rendite vitalizie, ecc., costituiscono la materia principale di studio della computisteria. Questa materia, che è aritmetica, e appare in non pochi trattati con i nomi speciali di aritmetica commerciale e politica, calcolo mercantile e bancario, ecc., trova corpo, in tutti i libri di computisteria, in una quantità di frammentarie e non sempre ordinate nozioni attinte, a scopo propedeutico, da discipline economico-giuridiche e commerciali, e in prospetti contabili e grafici. Non si può dire quindi che la computisteria costituisca un gruppo distinto di studî organico e omogeneo.
Bibl.: C. Bagliano, Calcolo mercantile bancario, Milano 1921; L. Brasca, La misura della ricchezza, Firenze 1915; F. Leardini, Trattato di calcolo mercantile e bancario, Bellinzona 1908; B. Lorusso, Calcoli e documenti commerciali, Bari 1920; S. Spinedi, Manuale di computisteria, 4ª ed., Torino 1920.