CASPE, Compromesso di
Alla morte di Martino l'Umano (31 maggio 1410) senza discendenza legittima diretta e senza designazione di successore nella monarchia catalano-aragonese, varî furono i pretendenti alla corona, tutti imparentati con gli ultimi sovrani catalani. La lotta, propriamente, si svolse tra due di questi aspiranti, ossia Giacomo lo Sventurato, conte d'Urgel, e l'infante castigliano Ferdinando d'Antequera. Dopo aspri dissensi interni, l'Aragona; la Catalogna e Valenza si accordarono nel nominare nove compromissarî, tre per ciascuna parte, che riunitisi nel castello della città di Caspe, il 25 giugno 1412 elessero come sovrano, a maggioranza di voti, Ferdinando di Antequera (v. ferdinando 1 d'aragona e di Sicilia). L'elezione fu, come dice lo Zurita, ben accetta nell'Aragona, non tanto a Valenza e meno ancora nella Catalogna. Qui aveva molti partigiani il conte d'Urgel, al quale, per diritto, spettava la corona, come discendente diretto di Giacomo II per linea maschile; ed egli per più d'un anno resistette al nuovo re. La pressione fatta dall'antipapa Benedetto XIII, aragonese, l'intervento di S. Vincenzo Ferreri (uno dei 3 elettori valenziani), il non avere i regni marittimi di Maiorca, Sardegna e Sicilia nessun compromissario, spiegano, fra le altre circostanze, il risultato di quella decisione tanto commentata. L'insediamento della dinastia castigliana negli stati della corona d'Aragona rappresenta un primo passo importante verso l'unità spagnola.
Bibl.: Zurita, Anales de la Corona de Aragón, lib. XI, Saragozza 1562-80; Cortes de los antiguos reinos de Aragón y de Valencia y Principado de Cataluña, pubbl. dalla Real Academia de la Historia, VII-X, Madrid 1816 segg.; P. de Bofarull, Colección de documentos inéditos del Archivo de la Corona de Aragón, I-II, Barcellona 1837 segg.; C. Soler, El fallo de Caspe, Barcellona 1899; F. Valls-Taberner i F. Soldevila, Historia de Catalunya. Curs superior, II, Barcellona 1923, pp. 145-150.