comportamento sessuale
Atteggiamento che rappresenta la categoria più importante dei comportamenti sociali. Esso è dimorfico, ovvero dipende dal genere di appartenenza e comprende le fasi di corteggiamento, accoppiamento, cura della prole e la maggior parte delle forme di comportamento aggressivo. Gli ormoni sono responsabili del dimorfismo sessuale, esercitando effetti organizzativi e di attivazione sugli organi riproduttivi interni, sui genitali e sui caratteri sessuali secondari. Inoltre, essi influenzano il comportamento, agendo direttamente sul sistema nervoso sia durante lo sviluppo sia in età adulta.
La maggior parte degli studi che riguardano l’influenza ormonale sul c. s. dei mammiferi è stata effettuata in modelli sperimentali animali. Il c. s. maschile è piuttosto vario nelle diverse specie, sebbene le caratteristiche essenziali di intromissione (inserimento del pene nella vagina femminile), spinte pelviche (movimento ritmico dei lombi) ed eiaculazione (rilascio di liquido seminale) siano condivise da tutti i maschi di mammifero. Dopo l’eiaculazione il maschio deve sospendere l’attività riproduttiva per un certo periodo di tempo (periodo refrattario). Nei roditori è stato dimostrato che il c. s. maschile dipende dal testosterone e da altri due ormoni: l’ossitocina e la prolattina. L’ossitocina è un ormone prodotto dall’ipofisi posteriore; essa induce la contrazione dei dotti lattiferi, causando l’eiezione di latte nelle femmine in lattazione. Tale ormone è prodotto anche nei maschi; viene rilasciato al momento dell’orgasmo in entrambi i sessi e sembra contribuire alle contrazioni della muscolatura liscia sia nel sistema eiaculatorio maschile sia nella vagina e nell’utero. Anche la prolattina, un ormone secreto dall’ipofisi anteriore che stimola la produzione di latte nelle ghiandole mammarie, viene rilasciata nei ratti maschi dopo l’eiaculazione ed è coinvolta nello sviluppo del periodo refrattario. In alcune specie il comportamento riproduttivo femminile durante la copula è dato semplicemente dall’assunzione di una postura che esponga i genitali al maschio (lordosi). Tuttavia, il ruolo della femmina nel periodo immediatamente precedente è molto attivo. Essa mette in atto comportamenti caratteristici della specie di appartenenza volti a favorire l’avvicinamento del maschio. Il c. s. delle femmine di roditore dipende dagli ormoni gonadici presenti durante l’estro: l’estradiolo e il progesterone. Questi agiscono in sequenza determinando tre effetti principali: aumento della ricettività, della procettività e dell’attrattiva. Per ricettività si intende la capacità e la volontà di accoppiarsi, accettare cioè le iniziative del maschio, restando immobili e mostrando lordosi. La procettività è il desiderio femminile di accoppiarsi, dimostrato dalla ricerca del maschio e dalla messa in atto di comportamenti finalizzati a provocare il suo interesse sessuale. L’attrattiva, infine, si riferisce alle modificazioni fisiologiche e comportamentali che attraggono il maschio.
Il cervello umano è un organo sessualmente dimorfico. Sono state individuate differenze di genere nell’esecuzione di compiti cognitivi. In partic. è stata spesso ribadita la superiorità dei maschi nel servirsi di informazioni spaziali, relative alla posizione di luoghi e di oggetti, e quella delle donne nelle capacità verbali. La stessa lateralizzazione cerebrale sembra essere dimorfica per alcune funzioni, tra cui il linguaggio (➔). Durante un compito di natura linguistica, infatti, nei soggetti di sesso maschile si evidenzia l’attivazione esclusiva dell’emisfero sinistro, mentre nei soggetti di sesso femminile si osserva un’attivazione cerebrale bilaterale. Da studi su roditori è emerso che l’area preottica mediale (APM), localizzata appena anteriormente all’ipotalamo, rappresenta la regione proencefalica più importante per il c. s. maschile: la stimolazione elettrica di questa struttura cerebrale induce il comportamento copulatorio nei maschi così come l’attività sessuale aumenta la velocità di scarica dei neuroni presenti nell’APM. All’interno di quest’area esiste un nucleo, il nucleo sessualmente dimorfico, che ha dimensioni molto maggiori nei maschi rispetto alle femmine. Tale dato è stato confermato nell’uomo laddove il dimorfismo inizia a partire dai cinque anni di età. Anche un altro nucleo ipotalamico, il terzo nucleo interstiziale dell’ipotalamo anteriore (INAH-3), è più grande negli uomini che nelle donne.
Una delle caratteristiche più sessualmente dimorfiche del comportamento umano è l’orientamento sessuale. Numerose indagini si sono indirizzate allo studio dei correlati nervosi dell’omosessualità. Sono state identificate tre differenze strutturali tra i cervelli di uomini omosessuali e quelli di uomini eterosessuali. Il nucleo sovrachiasmatico è di maggiori dimensioni e contiene più neuroni negli uomini omosessuali rispetto agli eterosessuali. Il nucleo INAH-3, il cui volume è maggiore negli uomini che nelle donne, è di maggiori dimensioni nei maschi eterosessuali rispetto agli omosessuali. Inoltre, la sezione trasversa a livello mediosagittale della commessura anteriore, che è maggiore nelle donne rispetto agli uomini, è risultata essere ancora maggiore in un gruppo di uomini omosessuali. Sebbene rimanga plausibile che alterazioni della differenziazione sessuale del sistema nervoso centrale dipendenti da ormoni possano contribuire allo sviluppo dell’omosessualità, esistono prove sperimentali che suggeriscono l’implicazione di fattori genetici. Il grado di concordanza fra gemelli è molto più elevato in gemelli identici rispetto agli eterozigoti ed è ancora minore nei figli adottati da genitori omosessuali.