complessita economica
complessità economica Caratteristica dei sistemi economici dinamici.
L’idea che le economie siano sistemi caratterizzati da un’intrinseca c. non è una scoperta recente. A. Smith, con la sua metafora della «mano invisibile», suggeriva una rappresentazione delle economie come sistemi in cui il comportamento aggregato, per es. la coordinazione tra individui in un mercato e la formazione dei prezzi, emergesse dal comportamento individuale in modo non banale e difficilmente riconducibile ai desiderata dei singoli partecipanti.
Nel 20° sec., invece, la scienza economica ha abbracciato un paradigma (cosiddetto paradigma neoclassico) legato all’idea che fosse possibile descrivere, prevedere e controllare le economie, usando semplici modelli basati su assunzioni ipersemplificatrici, quali la razionalità illimitata degli agenti economici. In altre parole, che fosse possibile ridurre la c. del sistema economico per mezzo di modelli basati su schemi deterministici (o al più aggiungendo rischio esogeno) e linearità (per es. l’ipotesi dell’agente rappresentativo, ➔ agente rappresentativo).
Tra la fine del 20° e l’inizio del 21° sec. tale tradizione è stata messa in discussione dai proficui influssi provenienti dalla scienza della c., che ha orizzontalmente fecondato le scienze naturali e le scienze sociali in modo irreversibile con un paradigma che sostiene l’impossibilità di studiare in modo efficace i sistemi dinamici senza prendere sul serio la loro irriducibile complessità. Più formalmente, un sistema è complesso se può essere rappresentato in termini di un grande numero di entità microscopiche, eterogenee e gerarchicamente organizzate, che interagiscono ripetutamente tra loro nel tempo senza possedere una conoscenza completa del mondo in cui si trovano. Un sistema complesso tipicamente si autorganizza dinamicamente e genera proprietà emergenti aggregate che non possono essere dedotte dal comportamento individuale, ovvero non ne possiedono tutte le proprietà. Tale descrizione, che caratterizza egregiamente i sistemi sociali ed economici, è all’antitesi di quella fornita dai modelli economici neoclassici, nei quali invece si postula che, per conoscere il comportamento aggregato del sistema, è sufficiente studiare il comportamento dell’agente medio (rappresentativo) e che esso possa essere adeguatamente rappresentato mediante i canoni della razionalità completa. Il paradigma della c. in economia è centrale nella ricerca teorica e applicata dell’economia computazionale basata sugli agenti (Agent-Based Computational Economics, ACE; ➔ computazionale, economia).