COMPILATIONES ANTIQUAE
ANTIQUAE Con questo nome s'indicano alcune raccolte, quasi esclusivamente, di Decretali. Dopo il Decreto di Graziano seguitò a manifestarsi un'intensa fioritura di norme canoniche, sia per gl'importanti concilî ecumenici allora celebrati (il Lateranense III del 1179, il Lateranense IV del 1215), sia per l'attività spiegata in questo campo dai papi, soprattutto da Alessandro III e da Innocenzo III. Non essendo possibile inserire questo nuovo materiale nel Decreto, fu raccolto a parte, facendo numerose appendices ad Decretum, o, come furono dette anche, compilationes, a cui si univano le leggi recenti canoniche, extravagantes, che stavano, cioè, extra decretum Gratiani (extravagantia capita, extravagantes litterae, Decretales): e se ne fecero più di venti. Un accenno a queste raccolte si trova nella Summa di Simone di Bisiniano (anteriore al 1179). Le più antiche a noi note vanno dal 1179 al 1190, e sono: l'Appendix Concilii Lateranensis (del 1179), in varie recensioni; la Collectio Bambergensis, sotto Lucio III; la Collectio Lipsiensis e la Collectio Casselana, che rappresentano un ampliamento di quella precedente. Ma, fra tutte queste compilationes, cinque hanno maggiore importanza; sia perché alcune di esse sono autentiche, essendo state pubblicate ufficialmente dai papi; sia per l'ordine migliore della materia; sia, infine, perché tutte furono studiate e glossate nelle università; e vanno sotto il nome di Quinque compilationes antiquae o, più semplicemente, Compilationes antiquae: chiamate antiquae più tardi, allorché fu promulgata la raccolta delle Decretali di Gregorio IX che fu detta Nova.
La Compilatio prima ha per autore Bernardo da Pavia, il quale la compose verso la fine del sec. XII, con l'intento, non già di eliminare, ma di completare il Decreto di Graziano, riunendo quelle Decretali che riteneva più utili, e che mancavano nell'opera del celebre monaco bolognese, o perché da questo trascurate, o perché emanate dopo di lui; e Bernardo diede al suo lavoro il titolo di Breviarium extravagantium. Contiene leggi di varî papi, da Innocenzo II a Clemente III, inoltre i canoni del III concilio Lateranense. In questa collezione fu per la prima volta usata la divisione in cinque libri, suddivisi in titoli, ciascuno dei quali con la sua rubrica, con ordinamento sistematico della materia e divisione di ciascun titolo in capitoli, disposti cronologicamente. Sono in tutto 151 titoli e 923 capitoli. Il primo libro contiene un'introduzione sulle fonti e i rapporti che si riferiscono ai membri della gerarchia ecclesiastica, uffici, relazioni gerarchiche, ecc. Il secondo libro si occupa dell'ordinamento giudiziario e del processo. Il terzo contiene le norme giuridiche concernenti i chierici come persone, la Chiesa e il clero nei riguardi del diritto privato, le corporazioni religiose, i laici. Il quarto libro è dedicato al diritto matrimoniale; il quinto al diritto e alla procedura penale, e vi sono aggiunti tre titoli d'indole generale: de privilegiis, de verborum significatione, de regulis iuris. E la partizione che fu seguita nelle collezioni posteriori, e sintetizzata nell'esametro: iudex, iudicia, clerus, connubia, crimen.
La partizione rammenta la distinzione romana di personae, res, actiones, come l'argomento e la posizione di alcuni titoli ricordano le Pandette e il Codice di Giustiniano. La maggior parte dei capitoli e molte rubriche dei titoli corrispondono a quelli delle raccolte più antiche, delle quali lo stesso autore cita il Corpus canonum (forse la Collectio Anselmo dedicata), il registrum Gregorii e la collezione di Burcardo. L'ordinamento della materia (benché non sempre molto rigoroso) e il contenuto più strettamente giuridico distinguono dalle altre l'opera di Bernardo.
Bernardo dice, nella prefazione, di essere proposto: la raccolta è dunque anteriore al 1191 poiché in quest'anno egli divenne vescovo. D'altra parte vi sono riportate le decretali di Clemente III; quindi l'opera non può essere anteriore al 1187.
Alla Compilatio prima furono fatte presto delle aggiunte, che costituirono due nuove collezioni. E poiché sotto Innocenzo III (1198-1216) le Decretali furono numerose, Raniero da Pomposa raccolse quelle dei primi anni del pontificato di lui. Quasi subito dopo, l'inglese Gilberto, fra il 1201 e il 1202, compilò un'altra collezione, a cui poi fece varie aggiunte, rifondendo tutto in una nuova collezione, fra il 1204 e il 1205; la quale fu anche glossata, e alcuni le diedero il nome di compilatio secunda, che però non fu accolto generalmente. Quattro anni dopo l'inglese Alano fece un'altra compilazione, poi completata con aggiunte; e un ignoto autore riunì entrambe queste raccolte in una sola, con varie addizioni. Infine Bernardus Compostellanus, detto antiquus, riunì le molte Decretali di Innocenzo III, fino al 1207; e l'opera sua fu detta compilatio Romana. Si rammenta anche una collectio Lucensis.
Tutte queste collezioni erano opera privata di studiosi, e acquistavano autorità in quanto erano commentate nelle scuole, e così entravano nella pratica. Il primo esempio d'una collezione ufficiale, in cui un papa riunisce le proprie leggi, è quello di Innocenzo III, il quale nel 1210 fece fare dal suo notaro, arcidiacono Pietro Collevacino, una compilazione delle proprie decretali d'indole generale, e con la bolla Devotionis vestrae la mandò all'università di Bologna, perché fosse usata absque quolibet dubitationis scrupulo... tam in iudiciis quam in scholis. La compilazione, di fronte a quella di Bernardo da Pavia è, per ordine di tempo, la seconda; fu detta, invece, compilatio tertia, perché quella che la seguì conteneva materiale più antico. Per la divisione in libri e titoli, per le iscrizioni, per la ripartizione delle diverse parti delle Decretali sotto i titoli corrispondenti, essa segue il metodo inaugurato da Bernardo. Contiene in tutto 123 titoli e 491 capitoli; di essi 300 si trovano anche nelle raccolte sopra menzionate, e sembra certo che Pietro le abbia consultate e se ne sia valso, soprattutto di quella di Bernardo di Compostella.
Quasi subito dopo la pubblicazione dell'opera innocenziana, un Inglese, Giovanni di Galles, raccolse ed elaborò col solito sistema le decretali trascurate da Bernardo, ma già divulgate nelle raccolte precedenti; e inoltre quelle di Clemente III e di Celestino III. Questa compilazione fu studiata a Bologna, e poiché conteneva leggi emanate fra la compilatio prima e quella di Innocenzo III, fu detta compilatio secunda. Comprende in tutto 106 titoli e 331 capitoli; ma sembra che la massima parte di essi sia estratta dalle collezioni di Gilberto e di Alano, e la parte originale si restringa all'aggiunta di alcuni testi, alla riunione di alcuni altri e a qualche cambiamento.
Le Decretali degli ultimi anni del pontificato di Innocenzo III (dal 1210 al 1216) con alcune altre non incluse nelle precedenti compilationes, e con le decisioni del concilio Lateranense del 1215, furono raccolte, fra il 1218 e il 1226, in una collezione che fu detta compilatio quarta, e comprende 59 titoli e 187 capitoli. L'autore è ignoto. Alcuni, come il Laurin e il Wernz, fondandosi sull'asserzione di Giovanni d'Andrea, non sono alieni dall'attribuirla allo stesso papa Innocenzo III, e a ritenerla quindi autentica; opinione che fu pure esposta dal papa Benedetto XIV, il quale nella prefazione al tomo I del suo Bollario, dice che le tre ultime pubblicazioni sono autentiche. Tuttavia ciò non è sicuro, e rimane sempre il dubbio sull'autore.
Nel 1226 il papa Onorio III, con la bolla Novae causarum. mandò al celebre canonista Tancredi una raccolta delle proprie Decretali, affinché se ne valesse e la facesse accogliere nei tribunali e nelle scuole. Tale ufficio di pura diffusione fu affidato a Tancredi, il quale, per quanto appare dalla bolla stessa, non collaborò alla compilazione, né ebbe a rivederla. Questa fu la cosiddetta Compilatio quinta, che contiene, nei soliti cinque libri, 94 titoli e 225 capitoli, tutti appartenenti al papa Onorio.
In queste varie collezioni di cui abbiamo parlato, le Decretali non sono, in generale, riportate integralmente, ma sono talvolta abbreviate, omettendo la species facti, e ritenendo solo le frasi che contengono il principio di diritto. E spesso sono divise, ripartendone i frammenti, secondo il vario argomento, nei diversi titoli.
Delle Glosse alle cinque compilazioni rammentiamo qui soltanto le più importanti: e cioè quella di Tancredi alle prime tre, quella di Giovanni Teutonico alla quarta, e quella di Giovanni di Albenga alla quinta.
Le cinque compilazioni durarono in vigore finché non furono sostituite dalla raccolta di Gregorio IX.
Ediz.: Le prime quattro compilationes furono edite da A. Agostini, Antiquae collectiones decretalium, Leida 1576; la quinta dal Cironius, Quinta compilatio, Tolosa 1645; tutte furono pubblicate dal Friedberg, Quinque compilationes et collectio Lipsiensis, Lipsia 1882. Delle altre qui rammentate, l'Appendix Concilii Lateranensis fu pubblicata dal Mansi nella sua collezione di concilî, XXII; la Lipsiensis dal Friedberg, insieme con le cinque compilazioni; la Casselana dal Böhner, nella sua edizione del Corpus Iuris Canonici; la Lucensis fu edita pure dal Mansi. La collezione di Raniero da Pomposa fu pubblicata dal Baluze nell'opera Epistolarum Innocentii III Romani Pontificis libri duodecim, Parigi 1882, t. 10.
Bibl.: A. Theiner, Commentatio de Romanorum Pontificum epistolarum decretalium antiquis collectionibus et de Gregori IX decretalium codice, 1829; J. F. von Schulte, Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts von Gratian bis auf Gegenwart, Stoccarda 1875, I, par. 16-19, pp. 76-91; E. Friedberg, nei Prolegomena alla edizione del Corpus Iuris Canonici, II; F. Laurin, Introductio in Corpus Iuris Canonici, Friburgo 1889; Ph. Schneider, Lehre von Kirchenrechtsquellen, 1877, par. 40-43; E. Friedberg, Commessammlungen zwischen Gratiam und Bernardus von Pavia, 1897; F. X. Wernz, Ius Decretalium, Roma 1905, nn. 237-38, pp. 350-54; Sickel, Ueber die Commessammlungen des XII Jahrh. in englischen Handschriften, in Neues Archiv der Gesellschaft f. ält. deutsch. Geschichtskunde, XXV (1900), p. 251 segg.