COMPAGNA
A Genova la parola compagna servì a indicare così la provvista di pane e di companatico per un lungo viaggio e la dispensa che li conteneva, come la speciale associazione onde sorse il comune, la quale, come altre associazioni medievali, derivò il nome (cum-panis) dall'uso di estendere ai membri delle associazioni o gruppi organizzati i legami giuridici e la responsabilità collettiva dei conviventi che si cibano del medesimo pane. La questione dell'origine della Compagna è assai discussa. Ma nei brevi o giuramenti della Compagna (tutti posteriori al 1100, il più importante del 1157) manca qualunque accenno che indichi nell'origine dell'associazione un determinato scopo; non c'è alcun elemento sicuro che la mostri sorta soltanto a scopi commerciali; e, d'altra parte, se i capi suoi o consoli risultano sempre appartenenti alla nobiltà, non appare che fra gli associati alla Compagna vi fosse alcuna distinzione di diritto. Rimane perciò da pensare soltanto al fenomeno generale e fondamentale che sta all'origine del Comune, il fenomeno associativo, l'unirsi di forze e di elementi diversi in organo di difesa e di tutela dei comuni interessi. Si tratta, cioè, d'un'associazione volontaria e giurata, formata di visconti che vogliono sottrarsi al dominio marchionale e di cittadini liberi da vincoli di vassallaggio, la quale, per la specifica attività cittadina, acquista prevalente carattere mercantile e marinaro.
Vi appartenevano gli uomini tra i 16 e i 70 anni; ogni associato doveva indicare ai consoli chi era adatto a farne parte; l'invitato che entro i 40 giorni non giurasse gli obblighi della Compagna veniva espressamente escluso da ogni protezione e aiuto: ciò che era avviamento alla obbligatorietà, per chi avesse i requisiti necessarî. Dapprima temporanea, la Compagna divenne poi permanente rinnovandosi regolarmente a periodi di tre o quattro anni. La cronaca di Caffaro nota le diverse Compagne e i consolati che ne erano l'emanazione, fino al 1121, quando cessa la simultanea durata e i consoli diventano prima biennali poi annuali. La Compagna finisce con l'identificarsi col Comune, in quanto rappresenta gl'interessi collettivi della città e la classe di governo e sembra quasi chiamarsi con i due nomi, a seconda che si tratti di rapporti interni o esterni. Poi, fin dalla prima metà del sec. XII, accresciuto il numero dei compartecipi, costretti anche i nobili feudali a entrare nella città e a giurare la Compagna, questa si scinde in Compagne locali o rionali che dànno i consoli, i quali vengono a fissarsi stabilmente nel numero di otto.
Bibl.: C. Manfroni, Storia della marina italiana, Livorno 1899, p. 85 segg., (con la bibliografia precedente); A. Lattes, La Compagna e il Comune, in Il comune di Genova, Bollettino municipale, III, n. 10, 31 ottobre 1923, p. 1150 segg.; V. Vitale, Genova nel secolo XII, in Annuario del R. Liceo C. Colombo per il 1923-24, Genova 1925, p. 5 segg.